Prevost (che nessuno aveva previst) e il privilegio di vivere a Roma
Buona la terza! Questa volta ce l’abbiamo fatta io e Sara, al terzo tentativo, a correre assieme, mano nella mano, verso San Pietro, subito dopo l’annuncio della fumata bianca, assieme a 150 mila romani (o persone presenti a Roma in questo momento storico) e devo proprio dire che li abbiamo incontrati, sfiorati, scansati, superati…. quasi tutti!
Viva il Papa!
La prima volta, per Papa Benedetto XVI, eravamo in piazza San Pietro ma troppo distanti per incontrarci ….se non al ritorno a casa. La seconda volta, per Papa Francesco, io sono riuscito a raggiungere la piazza, Sara ha seguito tutto in diretta tv con i piccoletti attorno. Ieri invece è stato il nostro giorno, finalmente, dopo una settimana in cui ci prepariamo (anche con allenamenti fisici adeguati) allo scatto finale perché, come abbiamo raccontato ai nostri figli, ben conosciamo quello che succede al momento dell’annuncio della fumata bianca ovvero qualsiasi cittadino di Roma, non necessariamente cattolico, lascia quello che sta facendo e si dirige, come può, a piedi, di corsa, in moto, dirottando un autobus…. verso San Pietro.
Così abbiamo fatto noi alle ore 18.09! Saltati in sella alla moto, spinti dal vento della Harley e dello Spirito Santo, ci siamo avvicinati il più possibile non per poter dire “io c’ero” ma perché volevamo esserci, volevamo sentire quella voce risuonare nel colonnato di San Pietro, volevamo affidarci da subito a lui come precedentemente avevamo fatto con ogni Papa. E così è stato.
Abbandonata in qualche modo la moto e affidatala alla sorveglianza dello Spirito Santo, l’ultimo chilometro a piedi di corsa mano nella mano è stato come un nostro rinnovo delle promesse matrimoniali con decine di migliaia di persone attorno ognuno a rinnovare la propria promessa o la propria vita.
Non siamo arrivati al colonnato di San Pietro ma ben dietro lungo via della Conciliazione ad una distanza tale che la nostra miopia è stata messa a dura prova ma per fortuna l’udito ancora funziona bene quindi abbiamo partecipato, con gaudio, gioia, e Grazia (e tanto ringraziamento) al nostro terzo Habemus Papam raccogliendo anche le reazioni perplesse di chi, come noi, all’inizio non aveva capito bene chi fosse stato realmente eletto Papa anche se non eravamo lì per quello o quell’altro nome, ma solo per sentire la presenza, la vicinanza di Cristo, ancora una volta, e l’abbiamo sentita, eccome se l’abbiamo sentita.
“Prevost l’americano” è cominciato a circolare tra la gente e poi è uscito Leone XIV e ci ha parlato in quel modo che tutti ormai sappiamo dicendo per primo “Pace a tutti voi” e poi ci ha fatto recitare assieme l’Ave Maria e così in tanti, non tutti ma va bene lo stesso, abbiamo fatto. E poi la benedizione con l’indulgenza plenaria e ho pensato anche di filmarla per tutti voi amici lettori de ilcentuplo (trovate tutto in questo video).
“Che bella voce che ha” ho sussurrato a mia moglie tra una lacrimuccia d’emozione e l’altra e poi siamo tornati a casa, sospinti dal vento dello Spirito Santo che ancora una volta ha spiazzato tutti nominando Prevost che nessuno aveva previsto. Percorso inverso, tanta gioia nel cuore, i figli ormai tornati ad aspettarci davanti la televisione.
Giovanni Paolo 2 lo chiamava il “privilegio” di vivere a Roma ( e grazie a lui proprio così ho sempre detto anche io agli amici e ai figli) che non è solo questo, ovviamente, ma indubbiamente in queste giornate da “qui si fa la storia”, vivere a Roma ti permette di cogliere l’attimo, lasciare tutto per andare a vivere la storia che si fa carne in mezzo a noi.
Viva il Papa.
