Pepe Mujica: un uomo che ha attraversato il potere senza mai farsi attraversare dal potere
Addio Pepe. Uomo libero, esempio raro. Se ne va un uomo che ha attraversato il potere senza mai farsi attraversare dal potere.
José “Pepe” Mujica, 89 anni, ex presidente dell’Uruguay, ha terminato ieri il suo cammino terreno e ci ha lasciati con il suo sorriso stanco, il suo sguardo profondo e la sua voce pacata che parlava al cuore prima ancora che alla mente.
Lui era davvero una delle ultime pecore nere della politica mondiale. Di quelle che non si allineano. Che non obbediscono al sistema. Che non si lasciano piegare, né comprare.
In un mondo di lupi travestiti da agnelli, lui era una pecora nera autentica: diversa, onesta, scomoda. Vera.
Ex prigioniero politico, non aveva bisogno di giacca e cravatta per essere un leader, né di auto blu per farsi rispettare:
“Sono stato 14 anni in galera. La prima notte in cui ho dormito su un materasso ho capito che se non sei felice con poco non sarai mai felice con niente”.
In un’epoca in cui il successo si misura in denaro e visibilità, lui ci ricordava che la vera felicità è sobria, semplice, profonda.
Viveva in una casa di campagna, coltivava fiori, guidava un Maggiolino del ’87 e donava il 90% del suo stipendio. Non per apparire. Ma perché ci credeva davvero:
“Quando compro qualcosa non la compro con i soldi, ma con il tempo della mia vita che è servito per guadagnarli. E il tempo della vita è un bene nei confronti del quale bisogna essere avari. Bisogna conservarlo per le cose che ci piacciono e ci motivano. Questo tempo per se stessi io lo chiamo libertà.”
Ha insegnato al mondo che si può essere rivoluzionari senza odio, che la politica può ancora essere servizio, che la felicità non si compra, si coltiva. Che la sobrietà è una forma di libertà, e che il potere più grande è quello di restare umani.
Oggi il mondo è un po’ più povero, ma anche infinitamente più ricco per ciò che ci hai lasciato.
Grazie, Pepe. Per aver camminato leggero. Per aver parlato con l’anima. Per aver dimostrato che un altro modo di vivere – e di guidare – è possibile. Tra le sue ultime parole:
“Sono un vecchio che se ne va.
Dobbiamo lavorare per la speranza.
Vi dono il mio cuore.
Il mio ciclo è finito.
Onestamente, sto morendo.
E il guerriero ha diritto al suo riposo.
La vita è una bellissima avventura e un miracolo.
Devo ringraziarla perché quando queste braccia se ne andranno, ci saranno migliaia di braccia che mi sostituiranno. Addio.”
E allora riposa in pace, presidente gentile.
Le tue parole resteranno, come semi.
