Alberto Pellai: “Perché sono a favore della smartphone-free”
La circolare del Ministro Valditara che dal prossimo anno scolastico impone il divieto di uso dello smartphone in orario scolastico anche agli studenti della scuola secondaria di secondo grado è un provvedimento che genererà molto dibattito. Ma secondo ciò che so, come specialista della mente e dell’età evolutiva, è il miglior provvedimento che si può mettere a disposizione degli studenti adolescenti del terzo millennio.
Molti pensano che limitare l’uso dello smartphone comporti impedire che gli adolescenti acquisiscano competenze digitali. Ma non è così.
Se un docente vuole integrare la propria lezione con strumenti e attività che richiedono il digitale, potrà farlo senza problemi.
Ciò che non sarà più possibile, invece, sarà permettere all’oggetto smartphone di interferire con tutto ciò che uno studente vive nel corso della giornata scolastica. Non è il “digitale” in sé ad essere un problema, ma è “l’oggetto smartphone” a rappresentare il reale fattore di rischio. E di questo sia i ragazzi che il mondo adulto devono prendere piena consapevolezza. Avere in mano uno smartphone, infatti, permette ad ogni ragazzo/ragazza di tenere accese contemporaneamente due vite: quella reale e quella digitale.
Il docente spiega e intanto lo studente naviga. Lo smartphone è in tasca e durante la lezione comincia a vibrare, segnalando l’arrivo di notifiche dalle molte community social e di videogioco a cui sono iscritti i giovanissimi.
Il danno associato alla portabilità dell’oggetto ricade su due aspetti fondamentali. Il primo è l’effetto di “distrazione di massa” che l’oggetto smartphone – in quanto tale – produce. Il secondo effetto è legato all’effetto che lo smartphone produce sulla socio relazionalità degli adolescenti. E’ desolante, a volte, scoprire che appena suona la campanella dell’intervallo, la prima pulsione di molti adolescenti è prendere in mano lo smartphone per vedere cosa sta accadendo all’interno delle proprie communties social.
Per ridare nuova direzione a tutto questo, la scuola smartphone free potrebbe rappresentare quell’occasione di cambiamento di cui gli adolescenti delle generazioni zeta e alfa potrebbero avere un tremendo bisogno, pur non avendone alcuna consapevolezza.
Per questo, penso che la decisione del Ministro sia più che opportuna in questo momento. E tra l’altro coincide con una delle quattro indicazioni che J. Haidt ha proposto come fondamentali per ripristinare buoni indicatori di salute mentale (oggi, purtroppo, fragilissimi) nel suo volume – di portata epocale – “Generazione ansiosa”.
L’articolo completo è disponibile sul sito di Famiglia Cristiana. E’ molto più approfondito di ciò che ho scritto qui e contiene anche le basi neurobiologiche del mio discorso. Se volete e potete, leggetelo e condividetelo.
