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Il desiderio non é peccato – un racconto di Benedetta Bindi

Era un mattino gelido e ventoso. Luca si era seduto sullo schienale della panchina e io gli stavo davanti, in piedi. Si grattava nervosamente il pollice con l’unghia dell’altra mano, e per un attimo temetti che, preso dall’agitazione, potesse ferirsi.

«Odio i miei,» ripeteva con rabbia. «Mi hanno fatto crescere con questa ossessione del peccato. Tutto è proibito. Dobbiamo soffrire adesso per guadagnarci l’aldilà…»

Aveva gli occhi lucidi e la voce incrinata da una rabbia che, in fondo, era solo sete di senso. E di libertà.

Continuava a parlare, a sfogarsi.

«Non ho paura dell’inferno, Giulio. Voglio vivere! Ho ventidue anni! Per mia madre dovrei solo studiare, tornare presto, frequentare una sola donna: quella che sposerò. Ma io… io sto scoppiando.»

Mi parlava di famiglia, di regole, di Chiesa. Di una fede che, più che una strada, sembrava una gabbia. E io, per la prima volta, decisi di non tacere. Da tempo pensavo che i suoi genitori avessero una visione distorta di ciò che Dio davvero chiede a ciascuno di noi.

Gli dissi che l’uomo non è fatto per vivere sotto una legge cieca. Che il desiderio non è un nemico, ma una forza che va compresa, accolta, educata. Che Dio non ci chiede di reprimere il cuore, ma di coltivarlo con amore.

«Anche Papa Francesco si definisce un peccatore,» gli dissi. «E non lo fa per finta umiltà. Lo fa perché sa che l’uomo è attraversato da pulsioni e desideri che non si possono domare con divieti. Solo Dio potrebbe farlo

Poi continuai:

«Non si pecca per il solo fatto di desiderare. Si pecca quando si vuole tutto, quando si oltrepassa ogni limite, quando si cerca di sostituirsi a Dio. È lì che nasce l’illusione di onnipotenza. Desiderare è umano. Ma voler possedere l’intero cosmo, sentirsi al centro del mondo, quello sì… è pericoloso. È lì che il desiderio smette di essere vita e diventa arroganza. Si pecca quando si vuole essere il migliore del genere umano, quando si desidera tutto, quando si vuole il posto di Dio. Come ad esempio Musk che vuole diventare il guardiano dell’umanità e portarci su Marte, o  Trump che evoca invasioni immaginarie e si erge a salvatore. Ma solo Dio salva davvero»

Sorrisi.

«Luca, tu non vuoi tutto. Tu vuoi solo vivere, amare, capire. E questo… è profondamente umano

Gli ricordai uno dei passi del Vangelo che amiamo entrambi.

«Quando Gesù viene profumato da una donna di facili costumi e Giuda si scandalizza per lo spreco, Gesù lo ferma. Dice: “Lasciala stare. I poveri li avrete sempre con voi, ma non sempre avrete me.”»

Gesù ci insegna che c’è un tempo per servire e un tempo per godere della bellezza.

La fede non è rinuncia alla gioia, ma apertura al dono.

Il Regno di Dio non è solo una promessa futura: è anche l’ora che è adesso.

Alla fine, Luca mi ascoltava. Più calmo.

«Parla con i tuoi, Luca. Spiega, non fuggire. Hai il cuore pieno, hai una vocazione, vuoi diventare medico, vuoi vivere. Non chiudere la porta alla gioia. La vita eterna non si conquista rinunciando al presente, ma scegliendo di amare nel presente.

L’albero si giudica dai frutti che produce. E una vita piena, vissuta con verità e amore, è già un segno del Regno.

In ebraico, “peccato” non significa trasgressione, ma mancare il bersaglio. È la freccia che devia, che non arriva dove era destinata.

Non è il desiderio che ci allontana da Dio, ma l’illusione di poter diventare Dio”.

E in quel momento, mentre il sole cominciava a scaldarci le mani e anche la rabbia, capii che non servono sempre risposte perfette.

A volte basta restare. Ascoltare. E osare una verità semplice.

Luca scese dalla panchina, mi prese sottobraccio e cominciammo a camminare.

«Grazie, amico mio. Hai ragione. Io l’ho sempre sentito: Dio non condanna il desiderio. Dio lo orienta

La sua rabbia si era sciolta nel sorriso. E con essa, anche quella fede che prima sembrava una gabbia, ora iniziava a sembrargli una compagnia.

Poco più in là, sul prato, vedemmo un pallone abbandonato. 

Finimmo  così per giocare a calcio, come due ragazzini.

Senza fretta. Senza paura.

Solo con un desiderio nel cuore: vivere.

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