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La talare di padre Romanelli: l’armatura d’amore che nessuna bomba può spezzare

Tra le immagini del bombardamento israeliano sulla parrocchia di Gaza mi resta impressa quella di padre Gabriel Romanelli ferito. E non tanto per la medicazione, ma per la sua talare.

Avete presente cosa può voler dire andare in giro con la veste talare in un posto dove il caldo è opprimente? Nessuno eccepirebbe se si vestisse con un clergyman, o una maglietta. Invece, la talare. Una scelta che in mezzo alle stragi, al terrore, alle bombe dice chiaro e forte che al mondo esiste ancora una logica tutta diversa dalla forza: quella del servizio, della fedeltà inerme a un popolo, del restare là dove si deve, armati solo del simbolo stesso della donazione totale.

Sembra una talare, per molti il vecchio arnese di un clero fuori dal tempo: per padre Romanelli un’armatura di amore e di dimenticanza di sé, che nessun esercito riuscirà mai a espugnare.

di Francesco Ognibene

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