Ho vissuto uno sfratto: basterebbe un Cuore per non trasformare la perdita in disperazione
Anch’io ho vissuto uno #sfratto. E so cosa si prova.
Oggi un uomo si è tolto la vita nel momento in cui stavano bussando alla sua porta per eseguire uno sfratto.
Un gesto estremo, che scuote la nostra coscienza.
Dietro ogni #attogiudiziario, dietro ogni parola fredda e impersonale, c’è una storia, c’è una vita che, fino al giorno prima, aveva un luogo da chiamare casa.
È vero: il proprietario ha il diritto di riavere la propria #abitazione.
Ma è altrettanto vero che nessuno dovrebbe essere trattato come un numero nel giorno in cui perde tutto.
Uno sfratto non è solo una procedura: è un #trauma.
So cosa significa, perché l’ho vissuto sulla mia pelle.
Quindici anni fa ho ricevuto uno sfratto da chi non avrei mai pensato potesse arrivare a tanto.
Nel mio caso, sarebbe bastato un po’ di tempo: pochi giorni per andarmene con i miei figli e il nostro cane, senza clamore, senza dolore inutile.
La differenza, però, la fece una donna.
L’#ufficialegiudiziario che mi accompagnò con rispetto, che mi diede tempo, modo, respiro.
Fino all’ultimo giorno si assicurò che io e i miei figli potessimo affrontare quel passaggio con #dignità.
Non cancellò la ferita, ma la rese sopportabile e ci permise di non trasformare la perdita in disperazione.
La soluzione è semplice: uno sfratto può essere un atto freddo o un atto umano.
La differenza sta nel cuore di chi lo compie.
Oggi abbiamo la nostra meravigliosa casetta, simbolo di resilienza e di rinascita![]()
Maria Luisa Di Ubaldo


