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Qualcosa che assomiglia alla Pace vera

Là, nelle piazze di due popoli che per anni si sono temuti, oggi si canta. Ci si abbraccia. Si piange di sollievo.

Non è certo ancora la pace vera , ma è qualcosa che le assomiglia: un respiro nuovo dopo troppo dolore.

Dopo due anni di perdite e sofferenze inimmaginabili, il mondo intero sente — forse per la prima volta — che la fine del conflitto è vicina.

E questa sensazione, così fragile e preziosa, vale più di qualsiasi trattato.

Perché la pace non è solo una firma, è un battito collettivo che attraversa le coscienze. È il coraggio di ricominciare a vivere, dopo aver toccato il fondo.

Eppure, c’è chi non riesce ancora a crederci.

Chi smonta la speranza, chi la teme, chi trova sempre un motivo per restare arrabbiato e pessimista. Ma la pace mette a disagio chi imparato a riconoscersi solo nel conflitto.

La verità è che il mondo cambia anche con la forza di chi continua a immaginare un domani migliore.

Là, oggi, si prova a ricominciare.

Qui, spesso, restiamo fermi a discutere.

Là tornano gli abbracci.

Qui, le opinioni.

Ma la vita va avanti, sempre, dove c’è speranza.

E forse è arrivato il momento di capire che non serve schierarsi: serve elevarsi.

Perché la pace, come ogni cosa grande, nasce prima di tutto dentro di noi.

E sì, il mondo si cambia anche con i nostri pensieri.

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