cultura

La Geografia – un racconto di Benedetta Bindi

Ero nella mia cameretta. Mio fratello Luca, con cui condivido la stanza (ahimè!) per fortuna era a calcio, così potevo piangere in santa pace, senza che lui mi prendesse in giro o facesse rumori strani col naso, come al solito.

La mamma mi aveva appena sgridato: la maestra le aveva detto, all’uscita da scuola, che ero stata una frana all’interrogazione  di geografia.

A me quella materia proprio non va giù. Ricordare i nomi dei monti, dei fiumi, delle regioni… Bleah! Peggio dei broccoli lessi, quelli che mamma si ostina a voler farmi mangiare!

Che il Lazio confina con vattene a pesca, che a Norcia si coltivano le lenticchie (e non il peperoncino, quello è calabrese)… Insomma: una noia mortale. Peggio della pubblicità quando stai guardando un video che ti piace!

Quella sera però, sono venuti a casa degli amici di mamma, con Camilla, una bambina che avevano adottato da poco e di cui avevo sentito parlare per mesi. Tipo leggenda.

Ero emozionatissima! Mi ero perfino messa la mia maglietta preferita: quella con la ballerina che fa le punte, col tutù verde acqua – il mio colore preferito.

Appena Camilla è entrata in casa, mi ha sorriso. Non era il solito sorriso finto da “ciao-che-non-so-chi-sei-ma-devo-fare-la-educata”, era proprio sincero.

Aveva la pelle color caffelatte, gli occhi chiari, i capelli ricci ricci. Era proprio bella! Aveva due trecce con elastici celesti, e attaccate delle sirenette.

A tavola ci hanno messe vicine. Abbiamo chiacchierato un po’ di tutto: che classe faceva, i cartoni preferiti, se preferiva il gelato gusti frutti, o le creme.

A un certo punto, la sua mamma, Giulia, mi chiede:

“Ludovica, ma lo sai in quale città è nata Camilla?”

“No…” ho risposto, mordendo una polpetta.

“Allora ti faccio indovinare! È una città in una regione che confina con: la Valle d’Aosta, la Svizzera, l’Emilia-Romagna e la Liguria… In questa città c’è una struttura famosa, simbolo della città, che ha un nome molto simile a quello di tua mamma Antonella. Ed è anche il simbolo del capoluogo del P…”

Io ho pensato subito a qualcosa di alto… con la P… e ho urlato:

“PISA! La Torre di Pisa!!!”

Tutti sono scoppiati a ridere. Anche Camilla si è messa a ridere di gusto (ma senza prendermi in giro! E senza rotolarsi sotto il tavolo, per fortuna).

Ovviamente, Luca  tutto soddisfatto ha detto:

“Brava, brava… La Toscana confina con la Svizzera? Ma per favore! La torre cosa c’entra con Antonella? Dovevi dire la Mole Antonelliana di Torino! Camilla è nata a Torino! Vai a studiare la geografia, per piacere!”

Io ero diventata più rossa dei pomodori sul tavolo. Anche quelli sembravano ridere di me!

Camilla però mi ha preso subito la mano e ha detto:

“Be’, non possiamo sapere tutto. Siamo ancora in terza elementare!” (E io avrei voluto abbracciarla forte, tipo orso di peluche gigante.)

Poi si è girata verso Luca, con aria da sfida, e gli ha chiesto:

“Tu, che sei più grande, sai cosa c’è dentro la Mole Antonelliana adesso?”

Luca ha aperto la bocca, ha fatto “ehm… ehm…” come se stesse cercando di ricordarsi dove aveva parcheggiato il cervello, e ha scosso la testa.

Camilla ha sorriso (vittoriaaaaa!):

“Un bellissimo Museo del Cinema! C’è il teatro delle ombre, i trucchi della scienza, le illusioni ottiche…e tante altre cose fortissime”

Poi mi ha guardato e ha detto:

“Ci andiamo insieme un giorno?”

Io ho detto subito di sì, e siamo corse in cameretta a giocare. Abbiamo lasciato lì Luca con la sua faccia da “oh no, sono stato battuto da una bambina di terza!”

Il giorno dopo, ho chiesto a mamma di comprarmi una cartina geografica e l’ho appesa vicino al mio letto.

Luca, per dispetto, ci ha appeso accanto il poster del Barcellona, la sua squadra del cuore.

Così la sera, a furia di leggere la cartina, potrei anche diventare la prossima maestra di geografia!

Oppure… almeno non confonderò più la Mole Antonelliana con la Torre di Pisa!

Ma alla fine l’altra sera è stata una serata speciale, ho fatto ridere tutti,  ho trovato un ‘amica!

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