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Mio padre: ” “Quanto mi resta da vivere? Spero poco, perché così sono solo di peso!”

Mio padre ha una diplegia spastica causata da un piccolo incidente: è caduto su una delle tante buche di Viareggio battendo la testa. 
Purtroppo da quell’incidente, e anche a causa della negligenza di alcuni medici, non si è mai ripreso. 
A causa del caldo di questi giorni, che genera in tutti una leggera ipotonia e in particolare ad un uomo di ottanta anni con una menomazione, è inciampato per ben tre volte in due settimane. 
È caduto sotto i miei occhi e io mi sono sentita completamente impotente.
Ieri, dopo l’ultima caduta, era veramente giù. Si è sentito inutile. “Quanto mi resta da vivere? Spero poco, perché così sono solo di peso!” La mia reazione è stata quella di piangere e di arrabbiarmi. 
Dopo i primi momenti di scoramento ho cercato una soluzione che ha portato alcuni benefici: sono andata a comprare dei sandali particolari che lo aiutassero nella deambulazione. 
Sono costati non poco, ma già oggi si sentiva più sicuro con quelli ai piedi e ha ripreso ad uscire. 
Ecco, tutto questo per dire cosa? Che tutti diventeremo di peso nella nostra vita, tutti ad un certo punto non riusciremo a salire scalini o a camminare perfettamente. 
Chi avremo intorno, cosa farà per noi? Ci potremo permettere di ammettere le nostre debolezze, oppure dovremo fare come nei campi di sterminio e fingere di stare bene per evitare di essere soppressi? 
Scusate, oggi va così… hanno ucciso di sete e fame Vincent, uno a cui una buca sulla strada ha causato più danni che a mio papà… e oggi io, da figlia, madre, sorella, sposa, donna… piango e mi dispero. 

Nora Di Castello

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