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Nel dibattito sull’aborto c’è sempre un grande assente: il bambino concepito

Spesso si torna a discutere, in Italia, di aborto e della legge che lo regolamenta senza sancirne un diritto ma che ha già portato a più di 5 milioni di bambini uccisi nel grembo materno, da quel lontano 1978.

Si discute ma quasi mai si approfondisce la tematica mettendo al centro colui che dovrebbe essere il vero protagonista della storia ma che spesso, invece, muore come attore non protagonista: il bambino concepito.

Ultimamente, sul ring mediatico, si sono affrontati Matteo Salvini e Selvaggia Lucarelli.

Il primo dal palco di un congresso politico del suo partito ha lanciato degli strali, sollevando anche il problema, ma non “colpendo” al cuore la questione e affrettandosi a precisare che la legge non si tocca, che le donne sono libere di scegliere e via dicendo.

Gli ha risposto Selvaggia Lucarelli dal palco sicuro e protetto del pensiero unico dominante e lo ha sfidato, con toni minacciosi, a prendersela con lei ammettendo di aver abortito, anche più di una volta, e ha posto l’accento sul “diritto” all’aborto e sul “diritto” delle donne a decidere del proprio corpo (!!!).

Abbiamo già anche noi qui dedicato troppo tempo a parlare del confronto tra due nulla perché anche da queste discussioni è rimasto fuori il protagonista, lui, quel bambino che c’è, è stato concepito, in qualsiasi modo non ci interessa, e che vorrebbe, inevitabilmente e naturalmente, solo nascere e che se non fosse tirato con la forcipe…. nascerebbe.

Abbiate il coraggio di mettere sempre al centro delle vostre politiche l’uomo, a cominciare dal bambino nel grembo materno allora sì che potrebbe “nascere” anche un bel confronto.

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