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Don Zeno Saltini (anno 1967): “Cristo è Crocifisso in noi ma in noi può salvare il mondo”

Chiesa parrocchiale di S. Angela Merici – Windsor (Canada), 24 marzo 1967

È meglio che uno muoia per tutti

Disse Caifa: “È meglio uno che muoia per tutti”. E così cominciò la tragedia. Quando videro che Cristo oramai aveva posto le basi per la nuova epoca, per la redenzione del mondo, per la rinascita dell’umanità, per una vita umana e santa, allora Caifa disse questa frase. Dice: “Allora è meglio che muoia uno per tutti”. E il Vangelo fa una considerazione: “Essendo Caifa in quell’anno pontefice massimo, profetavit”.

Ha detto una profezia senza sapere quello che diceva, profetavit. E così Caifa decideva la morte di Cristo. È un fatto enorme. Adesso io non sto qui a commentarlo tutto perché è una cosa storicamente grande, spiritualmente enorme. Tuttavia facciamo una qualche considerazione.

Chi è questo uomo?

Chi è questo uomo, che dopo venti secoli che è stato messo in croce – quando sono stati crocifissi tanti uomini, in quei tempi là – chi è questo uomo che ci chiama qui tutti noi, ancora vivo e presente, E siamo qui noi e, se con la nostra immaginazione giriamo intorno alla terra, sono circa 750 milioni di cristiani tra cattolici e non cattolici che venerano e ricordano questo fatto.

Un uomo che vive in noi

Poi non è una commemorazione che noi facciamo di un uomo che è stato un “grande uomo”. Di un uomo che vive in noi, che è vivo in noi. Cosa sto a fare io qui dal pulpito a parlare a voi?… Un sacerdote che ha dato la sua vita al servizio di questo Cristo.

I martiri

Dopo la sua risurrezione, cominciò sulla terra un susseguirsi di martiri per il suo amore, e continuano e mai è cessato questo gettito di sangue misto a quello di Cristo, che scorre nei secoli e commuove il mondo.

Al processo dice la verità e tace spesso

L’hanno preso, l’hanno processato. Al processo, Lui dice la verità, e tace spesso. Allora un soldato perché non risponde gli molla uno schiaffo e Gesù, sempre maestro e divino, ha detto: “Senti, se io ho detto qualcosa di male, dimostrami che ho detto male. Ma se non ho detto niente di male, perché mi schiaffeggi?”.

Mi pare che sia stato Teodorico, re dei barbari, che in occasione della Pasqua, sentiva un sacerdote che spiegava questo fatto di Cristo. E lui salta su: “Ci fossi stato io coi miei soldati, l’avrei difeso”.

Che cos’hai fatto?

Ma tutti noi sentiamo questa reazione: ma che cos’hai fatto? Che cos’hai fatto perché un sacerdote massimo dica: “È meglio che muoia uno per tutti”. “Sei tu – gli domandano al processo – dici tu di essere il messia? Il Salvatore del mondo?”. “Sì. Io lo sono. Tu l’hai detto”. Allora questo si strappa le vesti, dice: “Ha bestemmiato. Ha bestemmiato”.

Ha detto la verità: non siete riusciti a capirlo

Come ha bestemmiato? Ha detto la verità. Vi fa male la verità? Non siete riusciti a capirlo, che cosa aspettavate voi dal figlio di Dio? Che si facesse una gran villa o un castello? Un gran re in mezzo a tanti figli nella sofferenza, nel pianto, nella schiavitù?

Qual è quel padre che va ai figli che sono in sofferenza e va là trionfante, da gran signore ed essi nella miseria, nella fame? Può un padre fare questo? Voi donne, mamme fareste questo voi? Se aveste i figli alla fame, alla deriva, andare là presentarvi come delle regine?

Lui è venuto in mezzo a noi

Lui è venuto in mezzo a noi. Che colpa ha lui? Cos’ha fatto? È rimasto umile, ha detto: “Le volpi hanno le tane, gli uccelli hanno i loro nidi e il Figliolo dell’Uomo non ha dove posare il capo”.

È padre e fratello

Ma perché lui è padre e fratello. Ma guardate noi che siamo così cattivi tutti, ma chi di noi mai avesse un fratellino in certe condizioni, non si butta nelle sue condizioni?

Umile da finire in croce: schiavo come gli schiavi

Si è fatto talmente umile che è finito in una croce, in una croce tra due lazzaroni, due ladri. Proprio schiavo come gli schiavi. E va bene o avessi detto la verità, perché mi schiaffeggi?”.

E Pilato se ne lava le mani

E così lo portarono in piazza. Il popolo si lascia sobillare, e quando Pilato capisce che è un brutto affare che sta succedendo, tanto che sua moglie che era una pagana, è corsa da lui mentre succedeva il processo e dovevano giudicare, e dice: “Lascia stare quell’uomo per l’amor di Dio – dice – ho fatto un sogno io, non imbarazzarti”. E lui se ne lava le mani. Poveretto, un uomo che rappresenta Roma, cosa poteva sapere lui di queste cose? Eppure lui l’ha condannato.

O Barabba o Cristo

Il popolo, quando Pilato domanda: “Volete salvo Barabba o il Cristo?”. “Barabba”. Hanno scelto Barabba, il popolo. “E di lui cosa volete fare?”. “Sia crocifisso. Il suo sangue discenda su noi e su tutti i nostri figli”. Guardate che cose strane: mentre lo condannano invocano che il suo sangue “discenda su di noi e sui nostri figli”. E sta discendendo.

Che cosa siete venuti a fare qui?

Che cosa siete venuti a fare qui voi care mamme, cari babbi, uomini, donne e ragazzi? Che cosa siete venuti a fare qui? A vivere un momento di quella tragedia universale divina e umana.

E Gesù taceva

E allora lo crocifiggono. L’hanno flagellato, l’hanno percosso, l’hanno offeso, l’hanno preso in giro e lui taceva. E taceva. Perché taceva? Perché Gesù non ha mai voluto fare vedere la sua potenza, solo nei momenti in cui era necessario. In quel momento lì Gesù lasciava fare all’umanità. L’umanità l’ha messo in croce.

Dov’erano quelle masse che lo seguivano?

Dov’erano quelle masse che lo seguivano? Dov’erano tutti quelli che hanno ricevuto dei miracoli? Ma dov’erano? Quel Lazzaro risorto, dov’era? Dice che quando passava per le città, per i paesi sanabat omnes, li sanava tutti. E dov’erano questi miracolati? Sanabat omnes.

Solo, al centro della storia dell’umanità

Dov’erano queste masse che lo esaltavano osanna? Dov’erano in quel momento? Dov’erano gli Apostoli? Solo. Al centro della storia dell’umanità, millenni… Forse sei milioni di anni prima, c’era già l’uomo sulla terra, e chissà quanti milioni di anni ci saranno ancora dopo. Al centro: solo.

Il rappresentante dell’autorità politica se ne lava le mani e i suoi lo vogliono condannare. E così Cristo è crocifisso.

Sentiamo noi questa tragedia?

Io non seguo tutto il fatto, solo mi domando perché oggi siamo tutti qua. Sentiamo noi questa tragedia? Non è morto un uomo storicamente grande, tanto grande per cui le masse si trovano poi qui a fare queste cerimonie, in tutto il mondo. Non è morto un uomo morto, è risorto.

È colpa nostra

Non è colpa di Caifa, non è colpa di Pilato, non è colpa di quelli là. Questo è il mistero: è colpa nostra. Per cui vive in quel momento, vive anche noi. Questo è il difficile: di sentirci noi corresponsabili della crocifissione di Cristo.

Lo sentite voi? Io faccio fatica a sentirlo, guardate! Siamo immersi come in una nebbia. Il nostro spirito, la nostra testa, la nostra zucche vuote, come cembali sonanti, e non viviamo la tragedia.

Siamo capaci di dire: io l’ho buttato là?

Siamo capaci di dire: io, io l’ho buttato là? Noi ci scagliamo contro Caifa, contro quella gente là, tre gatti, in confronto di noi, milioni e milioni di uomini, che l’abbiamo crocifisso, per il fatto che noi da bambini, sappiamo già che noi il peccato lo facciamo quando disubbidiamo a una legge di Dio, quando rifiutiamo Dio.

Perché sei morto? Per tutti

Se oggi noi 450 milioni di cattolici pensassimo che noi stessi siamo i responsabili della morte di Cristo, e che i nostri peccati, le nostre ingratitudini, la nostra mancanza di fede lo crocifigge, allora entreremmo in un altro concetto e diremmo: “Perché sei morto Cristo?”. Propter omnes, per tutti.

Le moltitudini

Voi ricordate nel Vangelo quante volte si descrive che Gesù, dove passava, c’erano le masse, le folle, le cosiddette moltitudini. Non erano né ebraiche, né romane, né niente, era una massa di gente che lo seguiva. Ricordate voi quando il Papa andò in Palestina e in India? Chi lo ha seguito? Guardate che è un fatto grosso. È andato sulle stesse terre dove passava Cristo, e non c’erano mica i cattolici, c’erano tutti. Perfino un re musulmano con l’elicottero di sopra a stare attento di proteggerlo. Musulmani, ebrei, tutti l’hanno accolto. Le moltitudini… Il rappresentante di Cristo, della Chiesa: vicario di Cristo in terra.

All’ONU è andato il vicario di Cristo in terra e là ha parlato e ha detto: “Sono venti secoli che noi camminiamo perché abbiamo avuto un mandato da Cristo: andate e portate il Vangelo alle genti. Adesso qui siamo arrivati, dopo venti secoli, perché questa assemblea siete le genti. E lo portiamo a tutti”.

Io l’ho crocifisso

Allora noi che siamo i più vicini al Cristo, che siamo nella Chiesa del Cristo, noi dovremmo stasera, solo sforzarci, anche stanotte pensandoci di dire: “Ma io, io l’ho crocifisso”. Eppure! Noi, ciascuno di noi.

Dov’è questo crocifisso?

E dov’è questo crocifisso? Gesù dice: “Verrà giorno nel quale gli Angeli raduneranno le folle: i giusti da una parte e gli ingiusti dall’altra. Verrò sulle nubi come re e dirò agli ingiusti: Avevo fame e non m’avete dato da mangiare; avevo sete e non mi avete dato da bere; ero ignudo e non m’avete vestito; ero pellegrino e non m’avete alloggiato; ero carcerato e non m’avete visitato, cioè non vi siete presi cura di me. (Perché quando voi, nelle Scritture sentite dire: visitare, non significa andare a dire buongiorno, come stai? Significa dire: prendersi cura). Quindi ero carcerato e non vi siete presi cura di me; ero ammalato e non vi siete presi cura di me. Andate maledetti nel fuoco eterno”.

Quando mai ti abbiamo visto…?

Allora questi si rivoltano: “Quando mai t’abbiamo visto affamato e non ti abbiamo dato da mangiare? Quando mai t’abbiamo visto assetato e non t’abbiamo dato da bere? Quando mai noi t’abbiamo visto pellegrino, senza casa, per le strade e non t’abbiamo dato alloggio, non t’abbiamo Non ci siamo presi cura di te? Non siamo corsi per difenderti, per aiutarti? Quando mai eri ammalato e noi non t’abbiamo curato?”.

“Ero io in loro”

“Ogni volta che non l’avete fatto a questi qua non l’avete fatto a me. Ero io in loro”. Allora vedete da qui potete ragionare e arrivare alla conclusione enorme dell’ora che passiamo, di questo momento. Dove sei Cristo crocifisso? “Ero io in loro”.

Allora lo trovate nelle carceri dove soffre la gente senza neanche tanto garbo, e spesse volte punita senza criterio e spesse volte innocente. Lo trovate negli ospedali là dove la gente soffre. Lo trovate nei 14 milioni di lebbrosi bistrattati, abbandonati a se stessi, che muoiono di fame nei prati, nei campi, trascurati. Lo trovate nelle migliaia, migliaia e milioni di fanciulli che non hanno neanche la magliettina di lana per stare al caldo, non hanno da mangiare, non hanno da nutrirsi.

Lo trovate in questi due terzi dell’umanità alla deriva

Lo trovate in questi due terzi dell’umanità alla deriva, ignorante perché nessuno la istruisce. Quindi ha sete di verità e nessuno gli dà la verità. Ha sentito di vestire e nessuno gliela fa. Ha sete di lavorare nessuno la fa lavorare, sono selvaggi. È là. Dirà: “Ero selvaggio e m’avete lasciato selvaggio”.

Sarà in quei milioni di fanciulli e di bambini i cui genitori li abbandonano, e rimangono senza mamma e senza padre. Dirà: “Ero senza mamma, senza babbo tu non sei stato capace di farmi da mamma e tu non sei stato capace di farmi da babbo. Ero in loro”. Dov’è allora questo Cristo? È lì. Allora è presente.

Oggi allora, noi celebriamo un fatto che è sempre presente, è sempre vero: “Ero io in loro”.

L’umanità crocifissa

Immaginate voi per esempio una povera madre che ha tre o quattro figli che gli muoiono di fame lì sotto agli occhi. Questa donna, se voi foste artisti, se voi foste pittori, cosa fareste? Pitturereste una donna crocifissa, in croce. Se voi pensaste a quelli là, che certi lebbrosi parenti, che sono abbandonati a se stessi, neanche curati che gli muoiono così. Tutta gente crocifissa.

Io ho assistito alle volte a morire dei figli, la moglie, la mamma nelle famiglie ad assistere, non solo fa pietà questa donna che muore, la mamma, ma fa pietà a vedere i figli che rimangono costernati. Non vi sembra delle volte a vedere Cristo in loro? Crocifisso e vivo che piange, costernato, spaventato? Fino al punto, come Cristo: “Padre, Padre, Dio mio ma tu mi hai abbandonato!”, dice a se stesso.

S’è buttato in mezzo a noi e scorre nella nostra vita

S’è buttato in mezzo a noi e scorre nelle nostre sofferenze, nelle nostre ingratitudini, nella nostra vita. E noi diciamo: “Che colpa abbiamo noi?!”. Ma lasciamo stare la colpa. Quando si tratta con un padre, un fratello e un Redentore come Cristo non si parla neanche di colpa, parliamo di affetto. Ti possiamo amare Cristo in croce là, quando sei in croce tutta la vita? In tutta l’umanità, in tutta l’umanità? In croce nei sofferenti, in croce nei miscredenti, in quelli che non conoscono Dio.

Avete mai conosciuto voi della gente senza fede? Come soffre quella gente. Io sono amico di tanti di questi, atei. Sono tormentati e dicono: “Tu sì che sei fortunato che hai la fede”. E loro sono tormentati.

Cristo è crocifisso nell’ateo

Cristo è crocifisso nell’ateo, che è tormentato, che sente non trova qualche cosa: gli manca Dio. E gli manca Cristo. E allora cerca nella vita e cammina e cammina e quando è così tormentato… Io ho un amico al quale gli ho scritto una lettera anche oggi di buona Pasqua: “Ti benedico te e la tua famiglia”. Non riesce a credere. È così giusto, così buono, così generoso per tutti: non riesce a credere. Cresciuto in una famiglia dove non c’era la fede, non ce la fa. È buono, è un angelo così, al quale manca la fede. Alle volte dice: “Ma perché non sono capace di avere la fede che hai te?”.

Alle volte scherzando gli dico: “Guarda tu comunque continua a fare bene, come fai. Quando siamo di là ti presenterò a Gesù: ti presento questo che è… E questo è Gesù Cristo”. E lui ride, dice: “Chissà”. Eppure in loro non vedete il Cristo che cerca, che è sofferente nei suoi figli, ai quali manca la fede?

Gesù fa’ che io sia crocifisso con te

Allora noi ci sentiremmo in questo momento, se sapessimo meditare, ci sentiremmo di correre a quella croce, ai piedi di quella croce e abbracciarlo: “Gesù fa’ che io sia crocifisso con te”.

Avete mai visto voi i bambini che hanno l’istinto? Alle volte un bambino fa male ad un altro e gli dice: “Dammi un pugno anche a me”. Vuole il pugno anche lui, perché vorrebbe pagare. Qual è mai quella madre che avesse il figlio in croce non correrebbe ad abbracciarlo?

E così noi guardiamolo in tutti, guardiamolo in noi stessi: quando noi abbiamo peccato, allora diventiamo tristi e,spesso abbiamo fin vergogna di confessarci, perché Satana è furbo. Prima ci spinge al peccato, poi ci spinge alla vergogna. E allora anche in noi, quante volte Cristo ha bisogno in noi dell’amico che ci sollevi, del confessore che ci perdoni.

È crocifisso in tutti

È in tutti, è crocifisso in tutti. Forse che noi non soffriamo qualche cosa tutti? Forse che nelle famiglie le cose vanno bene? Chissà quante sofferenze! E adesso il mondo è un po’ in guerra, un po’ in rivoluzione, un po’ in disagio: va cercando qualche cosa. Questi giovani che abbandonano la fede, abbandonano tutto. Dov’è Cristo? È in loro, crocifisso in quelli che lo abbandonano: “Ero io in loro”. Potrà dire a noi: “Avevo perso la fede. Bestemmiavo, commettevo atti impuri, andavo a donne, ne combinavo di tutti i colori e tu non ti sei mai interessato di me. Hai sempre detto che sono un lazzarone. Ero io in lui”.

Nella prostituta: perché non vedere Cristo crocifisso in una creatura, destinata alla Vita Eterna, in un bruco destinato a cambiarsi in un’angelica farfalla fatta non “per vivere come bruti, ma per seguire virtù et conoscenza”, in questa donna che è nella schiavitù. Allora perché non vedere in lei il Cristo crocifisso? In croce, sofferente e lacrimante? Il Figlio di Dio che vede una sua creatura in queste condizioni?

E allora noi ci trasformiamo

E allora noi ci plasmiamo, noi ci trasformiamo così, noi in una notte come questa, in una ricorrenza come questa, noi dovremmo uscire proprio vivi di aver abbracciato Cristo in noi e vederlo negli altri, in tutti.

Il perdono

E così la nostra fede sconvolge tutto. Sconvolge il mondo perché noi siamo quei tali che quando vediamo avvicinarsi il nemico che ci vuole crocifiggere, che sta per ucciderci noi gli sorridiamo in faccia: lo sguardo del perdono, lo sguardo della vittima.

Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno

Forse che dalla croce Gesù ha maledetto qualcuno? “Padre perdona ad essi perché non sanno quello che fanno”. Dice il ladrone: “Guarda lì, tu che hai fatto tante cose, hai fatto tanti miracoli, non sei capace di scendere giù dalla croce, da solo”. E quell’altro ladro: “Taci imbecille – dice – non sai quello che dici. Brutto cretino”. “Signore – dice – perdonami i miei peccati. Prendimi con te”. “Oggi stesso sarai con me in Paradiso”.

Guardate che scena tra due ladri. Il primo ad andare in Paradiso è stato un ladro con Cristo.

Diventiamo universali: sono tutti nostri fratelli

Allora diventiamo universali. Cattolici avete sentito il Concilio? Ci ha invitato al dialogo. Sapete che cos’è il dialogo? È questo abbraccio, prima in Cristo e poi a tutti. Noi non possiamo avere nemici, noi non possiamo avere persone contro di noi. Sono tutti nostri fratelli in Cristo, in ogni persona che soffre e che si scaglia contro di noi vedere il Cristo crocifisso che ha bisogno di noi.

E si piega il Cristo a lasciarci ancora venire qui, nei nostri templi, perché attende che noi lo abbracciamo nella croce, con Lui, e poi ci buttiamo nel mondo a portare questo amore, questa conoscenza della vita umana: “Ero io in loro”.

Quando sentite uno bestemmiare, non state lì a reagire, guardatelo con affetto e pensate: “Guarda in lui c’è Cristo crocifisso”. Quando vedete la prostituta, dite: “Povera donna cosa possiamo fare per salvarla in lei il Cristo crocifisso?”. Quando vedete una persona che commette un reato, un delinquente tra le guardie, tra la polizia che lo mette in catene: “Guarda in lui c’è Cristo crocifisso”. In tutti i suoi figli.

E concludo: qual è quel padre, qual è quella madre che se vede il figlio in galera dice che è un delinquente. Mai.

Io ho provato alle volte nella mia missione, viene una mamma e dice: “Mio figlio è un lazzarone, è un delinquente”, la mamma e tu dici: “È vero che lo è”. E lei dice subito: “Cosa può dire lei di mio figlio?”. Subito si drizza lei e lo difende: “Mio figlio poverino, cos’ha fatto? È innocente. Cosa dice lei di mio figlio?”.

E così noi dobbiamo vedere in tutti questa difesa. E allora della prostituta: “Cosa può dire di lei?. Poverina come sarà stata? Come è successo? Perché questa?”. Ecco Gesù che l’accoglie e la trasforma e dice: “Voi che siete brava gente… Sono entrato e non m’avete neanche salutato, non m’avete neanche lavato le mani, i piedi. Me li lava con le lacrime lei e me li asciuga coi capelli. Lei. E lei ha molto amato e per questo è salva”.

Noi dobbiamo abbracciare Cristo

Amici la notte è questa: noi dobbiamo abbracciare Cristo perché noi dobbiamo essere in Lui a dire: “Maestro da questo momento noi vediamo il mondo come lo vedi tu. Dove vediamo l’uomo, in lui vediamo Te, il Cristo”.

Allora diciamo: “Eri tu in loro, in tutti i sofferenti. Sei tu in loro e io con te voglio amare del tuo amore e voglio redimere l’umanità”.

E dice: “Da questa croce – Gesù – trarrò a me tutto il mondo”. Andiamo in croce con lui e stiamo abbracciati a lui e da lì attrarremo a noi tutto il mondo e salveremo l’umanità da tutti i disagi e i pericoli nei quali si trova.

Cristo con noi e in noi può salvare il mondo.

Che il Signore vi illumini cari, vi faccia capire questo ragionamento. Io non faccio un discorso, una conferenza, non voglio fare una cosa d’artista, io vi parlo dal cuore, dall’anima. E voi ascoltatemi dal cuore, dall’anima. È un momento questo storico nel quale dobbiamo capire che Cristo è morto per noi, per causa dei nostri peccati. E Cristo con noi e in noi può salvare il mondo.

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