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Il ponte per il futuro: Roma città aperta di Roberto Rossellini

Il 25 aprile è una data importante per la nostra storia, un momento cruciale che segnò la liberazione dall’occupazione nazifascista, oltre a rappresentare il passaggio alla libertà e alla dignità, per due decenni calpestate dalle prepotenze della tirannide fascista. Questo 25 aprile segna il settantacinquesimo anniversario da quegli eventi. Per noi ricordare è importante, perché il memoriale della liberazione debba scuotere le coscienze per non incappare negli stessi errori del passato, e soprattutto ribadire la dignità della persona umana, al di là della sua appartenenza etnica, religiosa, politica…

Per la celebrazione del 25 aprile ho pensato dunque di riprendere in mano un vecchio capolavoro di Roberto Rossellini: Roma città aperta. Il film fu girato tre prima della fine del secondo conflitto mondiale, e ancora coglieva la capitale col le evidenti ferite che ancora sanguinavano. Roberto Rossellini comunque volle raccontare quei giorni, e celebrare la Resistenza, esaltando le gesta di una particolare categoria di “combattenti”: quella dei sacerdoti. Roberto Rossellini restò particolarmente impressionato dalla storia di don Giuseppe Morosini, sacerdote partegiano fucilato dai nazisti il 3 aprile 1944 al Forte Bravetta. E come lui, restò particolarmente impressionato dalla lotta di tanti religiosi che si erano opposti alla barbarie nazista durante l’occupazione di Roma, come don Pietro Pappagallo. Scrisse un soggetto assieme agli sceneggiatori Sergio Amidei e Alberto Consigli, coadiuvato da Federico Fellini, e lo presentò al produttore Aldo Venturini, cercando finanziatori per il progetto. Il risultato fu un capolavoro che resta una pietra miliare del Neorealismo Italiano, che portava il cinema per le strade, cogliendo gli umori e la realtà così com’era, rinunciando agli artifici di Cinecittà.

Roma città aperta è un film che lancia ponti sul futuro, che pur mostrando apertamente la malvagità nazista, vuole voltare pagina, alimentare la speranza e aprire una nuova alba. La scena iconica è quella finale, con i ragazzi che assistono alla fucilazione di don Pietro (nome che il regista aveva dato a don Giuseppe), e si incamminano per la strada, con l’orizzonte del Cupolone sullo sfondo. Come se volesse dirci, riecheggiando un po’ Tertulliano, che dal sangue dei martiri nascerà una nuova generazione che darà vita alla nuova Italia, e che la barbarie non può mai ammazzare il futuro. Ma nel film c’è il dolore del popolo barbaramente provato dalla miseria e dall’oppressione, che trova rappresentazione nella storia di Pina, magistralmente interpretata da una magnifica Anna Magnani. Quel popolo che non vuole rassegnarsi, e che trova la forza di lottare. Nel film c’è anche la bellezza di un Cristianesimo antico, vicino al cuore dell’uomo, rappresentato da don Pietro, interpretato da un Aldo Fabrizi in stato di grazia, che, parafrasando Beppe Fenoglio, sa scegliersi la parte: quella dei poveri, degli oppressi. Nel film c’è il coraggio di chi non si vende ai nazisti, rappresentati dal partigiano Marcello Pagliero, che nelle stanze del Comando di Via Tasso viene torturato e ucciso dai nazisti. Rossellini riprende le scene della tortura con Marcello in posizione cristica. E quando don Pietro si rivolge agli assassini di Marcello, il regista mette in scena una vera e propria teofania, col volto del sacerdote che si illumina, e i nazisti che fanno un passo indietro. Poi piangendo, don Pietro si inginocchia e chiede perdono, perché solo questo può essere il punto di svolta alla barbarie.

Poco prima di essere fucilato, don Pietro dice una frase al cappellano che lo accompagna, e che rappresenta il senso di una vita: “Ѐ facile morire bene, il difficile è vivere bene!”. Il ponte sul futuro è proprio questo, proferito da una generazione di uomini che hanno dato la vita per la nostra libertà e per la nostra dignità. Roma città aperta è un film che fa bene alla nostra vita, alla nostra civiltà, e che a distanza di ormai oltre sette decenni, ancora parla alla nostra coscienza. Buon 25 aprile!

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