famiglia

Il posto statale da insegnante non è un privilegio, è un servizio

Mi dispiace ma mi devo ripetere.

A fronte di tanti insegnanti che riconoscono fondamentale il tornare a scuola, il diritto all’istruzione e sono pronti a prendere posizione per questo, ce ne sono ancora troppi che si limitano ad aspettare di vedere che succede a settembre o sono in panico, pretendono la certezza, inesistente, del contagio zero.

Questi disonorano la professione e sono un pessimo esempio per i ragazzi.

Quando dicono “in sicurezza” stanno dicendo che a scuola non si può tornare perché la sicurezza che pretendono loro non esiste. Infatti siamo tornati a vivere ovunque senza la certezza del contagio zero.

Gli ospedali si svuotano, i malati si curano, la maggioranza dei contagi sono asintomatici quindi sani. Questo significa convivere con il virus, adattamento tra virus e ospite.

Dovranno risponderne davanti a Dio e agli uomini. Il posto statale non è un privilegio, è un servizio. Io imporrei a questi un anno di aspettativa non retribuita. Li metterei nelle condizioni di chi è impedito a lavorare in nome di una folle gestione sanitaria.

Poi ne riparliamo.

Facile pretendere un inesistente contagio zero con lo stipendio assicurato qualunque cosa accada, sulla pelle dei minori. Disprezzo assoluto. Il panico ve lo dovete curare. Non possono pagare i ragazzi le vostre paure e la vostra ignavia. Giudicare le azioni e le non azioni si può e si deve.

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