gli altri siamo noisolo cose belle

Amore e sindrome di Down, ai tempi del Covid – “Mancano gli abbracci, ma sogniamo di vivere insieme”

“Mi è mancata l’allegria, perché lui mi fa molto ridere”: lo ammette senza arrossire Arianna. Accanto a lei c’è Lorenzo, a cui “è mancato l’affetto di Arianna, perché oltre ad essere un’amica, è anche il mio amore”. Quattro coppie, da quattro sezioni di AIPD (Potenza, Bari, Oristano e Lecce) tratteggiano in poche ma intense pennellate il loro amore ai tempi della pandemia. Mascherine in volto, vicini dopo essere stati a lungo distanti, Arianna e Lorenzo, Giulio e Letizia raccontano un anno di pandemia in tre domande e tre risposte, nel video realizzato da AIPD per celebrare San Valentino.

Cosa vi è mandato di più della vostra relazione in questo periodo di pandemia? “Mi manca di stare più tempo con lui, di viverlo: l’attrazione fisica, di viverlo appieno”. “Gli abbracci, i baci e tutto il resto”. “Ho provato tristezza, mi è mancata l’allegria, perché lui mi fa molto ridere”. E, ancora, “mi mancano le passeggiate, mi mancano i baci, gli abbracci”, “fisicamente mi è mancato, perché quando sto da sola mi manca tanto” Mancano naturalmente “le coccole”, ma manca anche “il tango, ballare con Giulio”.

Cosa avete fatto per sentirvi più vicini in questo periodo? “Videochiamate”, “chiamate normali”, “messaggi vocali” ma anche “cuori” sono state le principali risorse per accorciare le distanze e nutrire un amore anche senza potersi incontrare.

Quando finirà questo periodo, cosa vi piacerebbe fare insieme? Al futuro si guarda ora con fiducia: c’è chi sogna “un bel weekend”, ma anche chi coglie l’occasione per pensare in grande, dopo aver sofferto distanza e separazione: “Voglio andare a vivere con lui!”.

Sono i sogni e i desideri di tutti gli innamorati- commenta Anna Contardi, coordinatrice nazionale di AIPD – e ci ricordano ancora una volta che le persone con sindrome di Down sono prima di tutto persone e che i bambini diventano adulti. Oggi la maggioranza delle persone con sindrome di Down è fatta di adulti e hanno bisogni da adulti. A noi tocca riconoscerlo e aiutarli a costruire il loro futuro”.

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