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In ‘cammino verso’ … tra il già e il non ancora!

La Buona Novella – Introduzione al Vangelo della Domenica – SOLENNITÀ DELL’ASCENSIONE DEL SIGNORE / B Atti degli Apostoli 1, 1-11

In ‘cammino verso’ … tra il già e il non ancora!

Uomini di Galilea, perché fissate nel cielo lo sguardo?

Come l’avete visto salire al cielo

Così il Signore tornerà. Alleluia. (Atti 1,11)

            Nell’antifona d’ingresso alla Solennità dell’Ascensione del Signore – che riprende l’annuncio escatologico dei due uomini vestiti di bianco rivolto agli apostoli – è condensato il mistero della storia della salvezza che dalla Pasqua di Cristo arriva al compimento finale dei tempi. In altre parole c’è un triplice messaggio in uno. Innanzitutto il messaggio unitario è questo: Cristo ha unito cielo e terra, ha riconciliato la storia lacerata dalla divisione del peccato, ha vinto la morte non senza però il nostro continuo “camminare verso” (Gabriel Marcel) il Regno che è già instaurato ma non ancora pienamente da noi posseduto. La declinazione ternaria invece di questo annuncio consta innanzitutto di un benevolo rimprovero a non fissarci nel cielo con uno sguardo triste o malinconico, poi di un appello a purificare la vista del cuore per non restare fermi “al dito che indica la una, ma a guardare la luna stessa” (B. Yeats) e infine di una promessa certa: Gesù verrà di nuovo e sarà con noi e noi saremo con Lui per sempre nella casa dove non c’è più alcuna mancanza, né fame né sete, né stanchezza o sonno, ma tutti saremo una cosa sola, Amore solo Amore.

Prima conseguenza per la nostra riflessione spirituale:

Che cosa in me “è ossessivamente ricercato” con fissazione e che mi priva della libertà interiore? Dove si posa il mio sguardo con immobilismo dell’anima? Mi ricorderò a tal riguardo dell’annuncio di Mosè ed Elia (per l’esegesi sono gli stesi uomini apparsi sul Tabor, quelli che compaiono in Atti 1, 1-11 alla presenza degli Undici, dopo l’Ascensione di Cristo).

Seconda conseguenza: La salita di Gesù al Padre cosa risveglia in me? Mi parla al cuore? È “in alto” il mio cuore? Oppure sono ancora bisognoso di “risorgere” dentro? Mi ricorderò che nel Battesimo ho già ricevuto la caparra dello Spirito. Non mi farò rubare la speranza.

Terza conseguenza: che cosa attendo? E come attendo Cristo Veniente? Ci sono cristiani che “attendono il ritorno di Gesù come si attende un tram, fermi al palo” (Ignazio Silone); io sono tra questi, oppure attendo Gesù con la leggerezza “di chi è già risorto e attende la morte felice, come la seconda e definitiva risurrezione?” (San Giovanni Crisostomo)

Buona Domenica dell’Ascensione!

don Domenico Savio

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