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Gesù nel Getsemani – meditazione di don Zeno di Nomadelfia

Mio Gesù buono, sono qui nello studio vicino a te, dove oltre che parlare spesso alle anime che mi hai dato come figli e come parrocchiani[1], mi carico del tuo amore e della tua luce.

Medito. È la settimana santa, il dolore è una realtà da meditare, la tua passione e morte è un fatto che deve entrare nella mia mente e in tutto il mio essere come una forza positiva che mi deve portare a comprenderti fino ad essere con te un olocausto d’amore per la mia salvezza e per la salvezza del mondo.

È tanto difficile, Signore, è tanto difficile avvicinarti fino a palpitare con te il tuo dolore.

Il tuo dolore è vivo di una vivezza che, penso, non è nemmeno immaginabile.

Anch’io ho sofferto molto. Ho tanto sofferto, Signore, ma la mia sofferenza è pallida di fronte alla tua.

E perché faccio questo confronto?

Al Getsemani hai sudato sangue. La Chiesa mi insegna che questa tua sofferenza è stata un atto di infinito amore per me, per i miei figli, per il mondo intero di tutti i secoli passati e futuri.

E tu mi hai amato tanto?

E tu per me hai sudato sangue?

E io devo imitarti?

“Imitatores mei estote sicut et ego Christi”.

Devo essere tuo imitatore?

Ma, Signore, sono troppo piccolo.

Sono piccolo perché non credo sempre alla tua grandezza che può essere in me come tu hai garantito per coloro che “avranno Fede”.

E tu sudi sangue al Getsemani… E io sono troppo piccolo per comprenderti e ancor più piccolo per imitarti. Sono un deserto nei tuoi confronti, non mi sciolgo in lacrime e meno ancora in sudore di sangue. Ho sofferto molto, Signore, nel mio nulla. Fa che io ti avvicini e che ti comprenda, che viva e senta in me la tua vita. Ma io sono troppo piccolo, Signore.

Voglio essere troppo piccolo perché il pensiero di trovarmi in un Getsemani mi turba perché già mi pareva troppo dolorante il mio dolore che in certi momenti della mia vita pareva che mi volesse strappare le carni, il cuore, il cervello, tutto il mio essere.

Ma io sono così, Signore, piccolo, piccolo, piccolo.

Sono al tramonto della vita, e ancora mi sento troppo piccolo.

Ti cerco, ti voglio avvicinare di più.

 AMEN

Don Zeno Saltini

Nomadelfia, 17/04/1962


[1] Don Zeno con la ripresa dell’esercizio del sacerdozio (6-1-1962) è stato nominato parroco di Nomadelfia.

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