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Meditazioni del Card. Mario Grech sui Misteri del Rosario aux flambeaux.

Meditazioni del Card. Mario Grech sui Misteri del Rosario aux flambeaux. Piazza di San Pietro, Sabato 7 ottobre 2023.

1. L’annuncio dell’Angelo a Maria.

Il primo mistero della gioia ci riporta all’inizio dell’avventura cristiana: l’annuncio dell’Angelo a Maria Vergine, l’annuncio che Dio ha voluto diventare così vicino a noi da assumere nel Figlio eterno la nostra stessa umanità. Mentre contempliamo il “Sì” di Maria a Dio – il suo fiat da cui tutto ha avuto inizio – desideriamo anche noi, all’inizio della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, rinnovare il nostro “Sì” a Dio. Come Papa Francesco ha ricordato nel suo discorso di mercoledì scorso, durante la prima Congregazione Generale, il Sinodo non è chiamato a operazioni di “politica ecclesiastica”, come in un parlamento, ma è invitato ad ascoltare e a sottomettersi alla voce dello Spirito Santo, lo stesso Spirito che ha adombrato la Vergine Santa nell’Annunciazione: sarà lo Spirito, allora come oggi, a renderci docili alla volontà di Dio.

2. La visita di Maria a Elisabetta.

Il primo “adempimento” di Maria, subito dopo l’annuncio della maternità divina, è un “viaggio missionario”, quello – compiuto in fretta – verso l’anziana parente Elisabetta. La Vergine, che il Concilio Vaticano II ci presenta come “tipo” della Chiesa, cioè come la sua realizzazione anticipata, ci mostra così che anche “la Chiesa pellegrina sulla terra è missionaria per sua natura” (AG 2). Ecco perché la riflessione in corso sulla sinodalità non può che avere come scopo la missione: la comunione dei battezzati con Dio e tra loro, che deve manifestarsi sempre più nella partecipazione di tutti all’opera di tutti, ha come obiettivo una Chiesa più estroversa, più protesa verso gli uomini e le donne del nostro tempo, in una parola più missionaria, sul modello di Maria, Madre della missione.

3. La nascita di Gesù a Betlemme.

Anche il mistero della nascita del Figlio di Dio nella mangiatoia di Betlemme, lontano dalla sua patria Nazareth e fuori dall’albergo, getta un potente fascio di luce sul Cammino sinodale. Nella prima fase del Cammino, così come in questi primi giorni di Assemblea, è emersa con forza la necessità di una Chiesa più capace di inclusione dei poveri, degli ultimi, dei lontani, con particolare attenzione ai migranti e ai profughi, che rappresentano un’urgenza del nostro tempo in tutti i continenti. Con il linguaggio del Concilio, potremmo dire che il fenomeno migratorio sia un “segno dei tempi”, che domanda a noi credenti non solo di sforzarci per capire come soccorrere i bisogni materiali di questi fratelli e sorelle, ma anche di adoperarci per “allargare” gli spazi ecclesiali affinché costoro si sentano “a casa nella Chiesa” e possano dare il loro contributo alla missione comune.

4. La presentazione di Gesù al Tempio.

Grazie alla profezia del vegliardo Simeone, la presentazione di Gesù al Tempio e la purificazione della Vergine Maria sono eventi che si collocano già, misteriosamente, sotto il segno della croce. Gesù è indicato come segno di contraddizione, mentre a Maria è anticipato che una spada trafiggerà la sua anima. I misteri della gioia e quelli del dolore sono strettamente uniti, perché l’Incarnazione e la Croce sono eventi inseparabili: come ha affermato il teologo Hans Urs von Balthasar, “chi dice Incarnazione dice Croce”. Chiediamo al Signore, in questa decina del Rosario, di dare al Sinodo il coraggio di caricarsi della croce degli uomini e delle donne del nostro tempo, di assumere la croce della diversità di visioni e prospettive, di non rifiutare la croce dell’incomprensione da parte di chi si aspetta dal Sinodo ciò che il Sinodo non può e non deve dare. Sarà il Signore a rendere feconde tutte queste croci per il bene della Chiesa e dell’umanità.

5. Il ritrovamento di Gesù nel Tempio.

È bello quest’ultimo mistero, che ci fa contemplare la sapienza divina di Gesù dodicenne. Di fronte a questa sapienza, i sapienti e i saggi di questo mondo – qui impersonati dai dottori del Tempio di Gerusalemme – si scoprono insipienti e ritornano a essere discepoli (cfr. 1Cor 3,18-20). Fratelli e sorelle, vi invito a pregare perché anche nel Sinodo possa avvenire questo “miracolo”: tutti i Membri – dai Cardinali e dai Vescovi fino ai Fedeli Laici, senza dimenticare i Teologi – sono chiamati ad abbandonare le loro presunte “sapienze”, che spesso sono solo il frutto di ragionamenti umani, per imparare dal Signore Gesù, la cui Sapienza ci farà superare le visioni parziali e ci permetterà di riconoscere insieme – in un cammino di discernimento – la volontà di Dio sulla sua Chiesa.

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