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Il coraggio della Pace: dalla cultura dei “mi piace” a quella dei “mi Pace”

Ci vuole coraggio per fare la Pace. Il coraggio dei giusti, dei saggi, degli uomini di buona volontà.

In tante situazioni della vita è più facile arrendersi, farsi trascinare dall’odio, dal botta e risposta continuo, iniziare anche noi la nostra guerra.

Può succedere tra marito e moglie quando si lascia “tramontare il sole sopra la nostra ira” dopo aver magari litigato fino alle due di notte, a bassa voce, per non farsi sentire troppo dai figli.

Può succedere coi colleghi di lavoro, nelle amichevoli di calcio, peggio ancora sugli spalti tra genitori mentre si seguono i figli in trasferta, coi figli adolescenti e potrei continuare a lungo con gli esempi parlando di ognuno di noi, cominciando da me per primo.

Il coraggio della Pace comincia col saper disinnescare, adoperandosi per far cessare o allentare tensioni o pericoli, magari dopo aver taciuto per almeno i consigliati dieci secondi ed aver quindi maturato questa decisione.

Poi c’è la preghiera, quella personale magari tenendo un Rosario in tasca, e quella comunitaria nelle nostre famiglie, comunità, parrocchie e quella a livello mondiale (per domani è stata indetta una giornata di preghiera e digiuno per la Terra Santa alla quale anche noi de Ilcentuplo aderiamo).

Sto scoprendo, a mio vantaggio e non a mie spese, che la preghiera è un forte pacificatore. “Preghiamoci su” mi dico sempre davanti a una scelta, lavorativa o famigliare, e i miei figli adolescenti mi guardano di traverso perché non capiscono il motivo del pregare anche per scegliere a quale scuola iscrivere il fratello minore o perchè non cedo alla tentazione della “rispostaccia” immediata frenando la tastiera del pc con la quale vi sto scrivendo ora.

Ci vuole coraggio a fare la Pace perché bisogna rivestirsi di umiltà e la società moderna, in cui vincono i più forti, non ci da un bell’esempio in questa direzione.

La Pace poi non porta in televisione, non porta “mi piace”: i video di violenza ottengono tanto gradimento, se poi ci prestiamo al loro gioco e li rimandiamo continuamente anche noi, il consenso aumenta esponenzialmente.

La Pace comincia davvero sul pianerottolo di casa, diceva Madre Teresa di Calcutta, ma a volte anche dentro le nostre case dove i nostri figli sono strattonati da genitori perennemente in litigio.

Penso a quei tremila giovani alla festa in Israele e sono sicuro che nessuno di loro aveva (ha) dentro sé l’odio razziale per gli altri, neanche per i palestinesi e credo che pochissimi di loro siano a conoscenza della Storia passata delle loro due popolazioni. La Storia sicuramente va studiata per non ripeterla (historia magistra vitae) ma, permettetemi, va studiata anche per poterla superare, per andare oltre, per risolverla, non per rimanerne schiavi o vittime armate pronte a vendicarsi alla prima possibile occasione altrimenti diventa un labirinto dal quale è praticamente impossibile uscire vivi.

La Storia va superata e per fare questo ci vuole coraggio e i Governanti devono avere questo coraggio di guardare avanti, oltre, intercettando il nuovo sentimento popolare e giovanile anche perchè di quel 1947 (parlo del l Piano di partizione della Palestina elaborato dall’UNSCOP approvato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite) ormai è rimasto solo qualche “nonno” che forse non ha più voglia di litigare.

Però per decidere la Pace, per Governare come politici della Pace ci vuole coraggio perchè a volte i passi indietro (o di lato) sono realmente dei passi in avanti per tutte le nazioni e l’umanità.

In tante situazioni della vita è più facile arrendersi, farsi trascinare dall’odio, dal botta e risposta continuo: ho scritto così poc’anzi. Invece no. Personalmente conosco, e presto racconterò, tante storie quotidiane di persone, coppie, gruppi, comunità che hanno deciso di vivere quotidianamente la Pace e sono andati avanti senza cedere all’odio e alla Guerra! Ci sono, scovateli anche voi, magari proprio in fondo a quel pianerottolo.

Trasformiamo questa epoca del “mi piace” in “mi pace”: anche io voglio la Pace, anche io inizierò col fare la Pace con mio fratello, mio marito, il vicino, il collega. Contagiamo il mondo di “mi pace” e dobbiamo iniziare a farlo noi adulti o boomers o millennial o generazione Y come ci chiamiamo adesso, perchè solo così potremo rasserenare e insieme educare i nostri figli in modo che, quando qualcuno di loro sarà nei luoghi del potere, continuerà a Costruire la Pace perchè l’avrà respirata e coltivata, in tutti questi anni, con coraggio.

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