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Io Capitano: un film fondamentale

di Alberto Pellai – Seydou e Moussa sono due cugini adolescenti senegalesi. I due ragazzi sono affamati di vita e sognano di emigrare in Europa per conquistare un posto nel mondo, quello che nel loro Paese di origine non avranno mai. C’è un precedente, però, nella vita di Seydou: anche suo padre ha tentato senza successo di emigrare verso la “terra promessa”, ma ha perso la vita. Nonostante l’opposizione della Madre di Seydou i due ragazzi decidono di partire.

Il film, perciò, dopo averci presentato il “qui ed ora” della vita in Senegal di due adolescenti affamati di vita, ci racconta la loro vicenda di migrazione. Che cosa accade a due adolescenti non accompagnati che entrano nel meccanismo di chi promette di far giungere in Europa un africano senza documenti e permessi di soggiorno? Con questo film, il contrasto tra la purezza dei sogni di due adolescenti e la crudeltà di un mondo adulto che intorno a quei sogni costruisce crimini e affari, senza alcuna cura e sensibilità arriva come un pugno allo stomaco ad ogni spettatore.

Seydou e Moussa sembrano due Pinocchio contemporanei che sulla strada verso l’adultità incontrano personaggi che hanno il profilo dei vari “Lucignolo” e “Gatto e Volpe” di turno.

Questo film è una narrazione violenta e commovente al tempo stesso della migrazione e della storia di tutte quelle persone che attraversano il Mar Mediterraneo, divenendo attori e protagonisti di una tragedia contemporanea che non riguarda questa o quella nazione ma il mondo globale. Il regista documenta, mostra e dimostra usando soprattutto i primi piani dei volti degli attori. Quando Seydou diventa il capitano di un barcone su cui viaggiano decine di persone, il regista ci fa salire su quel barcone. Ne percepiamo ogni movimento, sentiamo la paura e il terrore di non farcela di chi si trova a bordo. Capiamo l’assurdità di leggi internazionali che nel bisogno di tutelare il diritto degli Europei, abbandonano al destino e ad una morte probabile le vite di migranti disperati. Sentiamo, dentro questo film, tutta la bellezza e la forza della vita ma anche tutto il dolore di quella parte del mondo che non ha accesso ad una vita degna di questo nome.

Il film non ha nulla di didattico perché scrive negli sguardi e nella carne dei protagonisti l’unica verità che arriva allo spettatore e che è ben riassunta nel titolo di un libro di Primo Levi: “se questo è un uomo”.

“Io capitano” è il film del mese per la rubrica “Schermi di famiglia” che curo per il Magazine Family Health. Potete leggere la scheda completa del film al link abbinato a questo post. Un film da vedere con adolescenti, sia a scuola che in famiglia per comprendere uno dei più grandi e fondamentali temi del mondo globale del terzo millennio.

Condividete con altri genitori, educatori e docenti che pensate possano essere interessati a questo post.

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