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La sentenza sulla Super Lega dice chiaramente che nessuno è padrone del calcio ma tutti possono sentirlo proprio

Finalmente sentenza. La Corte di Giustizia UE si è espressa definitivamente sulla questione Superlega: “Il monopolio della UEFA viola le norme”.

E sia!

I brindisi a suon di minacce quando la “prima Superlega” nacque, oggi hanno ancora di più un sapore dittatoriale che la giustizia ha colpito. Che bello sarebbe se la UEFA fosse stata garante e accompagnatrice nei progetti dei suoi club iscritti invece che nerissimo muro respingente sotto forma di ammende stratosferiche?

Che poi, se ci pensiamo, le più grandi emozioni sono nate così.

La Coppa Rimet, oggi “Coppa del Mondo” ha si il nome del presidente FIFA del primo torneo ma l’idea è stata portata al Consiglio di Amsterdam da Herni Delaunay, che era un arbitro.

E la Coppa Campioni – modificata in Champions League su spinta delle squadre stesse – è venuta in mente ad un giornalista francese, Gabriel Hanot. E le rispettive organizzazioni in quei casi che hanno fatto? Accompagnato la scelta.

Se i club muoiono la UEFA muore con loro, ma se la UEFA muore i club posso vivere. E qui è la centralità, a mio parere, del discorso. Non esiste un padrone del calcio, nessuno lo è.

Il calcio va da Messi all’ultimo ragazzino che tocca il pallone appena impara a camminare. Nessuno è padrone del calcio ma tutti possono sentirlo proprio. Ed è meraviglioso.

I rigori di Montiel e di Grosso, per dire, possono arrivare a più persone ma generano lo stesso tipo di emozione di un gol segnato al momento decisivo al campetto il giovedì con gli amici. E ripeto, questo è meraviglioso.

Matteo Rossi

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