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La Croce è collocazione provvisoria

Coraggio a te, Letizia, che hai visto Giulio spegnersi senza preavviso in una manciata di giorni, e ora devi sorridere a vostra figlia anche se vorresti piangere.

Coraggio a te Lucia, che sei rimasta al fianco di Flavio fino in fondo, rinunciando alle speranze di un matrimonio, una famiglia e una vita insieme.

Coraggio a te caro Francesco, che hai perso il lavoro di una vita e vivi il fallimento guardando i tuoi figli, e a volte sei assediato dalla tentazione di farla finita.

Coraggio a te amica cara, che hai abortito nel giorno della solitudine violenta, e ti dai via al peggior offerente per saziare il dolore che non molla.

Coraggio a te Simone, che senti i tuoi genitori urlarsi contro da anni, ti tappi le orecchie e sei stanco, hai quindici anni ma ne dimostri trenta e vivi già la disillusione, perché il mondo ti ha ucciso la speranza.

Coraggio a te Marta, che hai perso tuo figlio, e davanti a te resto in silenzio perché il dolore della madre sotto la Croce va solo accolto e amato.

Dalle nove alle tre del pomeriggio è durata la Croce, e tre ore sono state quelle del buio totale e dell’abbandono.

Coraggio, questo Dio fatto uomo è morto anche per voi, per dirvi che non siete soli, come vi capisce Lui nessuno.

Gridate, ne avete tutto il diritto.

Ma aspettiamo fiduciosi la domenica, quando finalmente tornerà la luce e la vita.

La Croce è collocazione provvisoria. La morte è collocazione provvisoria.

La morte non ha vinto. Niente.

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