solo cose belle

Un incontro metropolitano

Ho incontrato Flamur.

Flamur non ha a che fare con la comunicazione, con l’intelligenza artificiale, con la tecnologia, con la leadership, con l’attività della Fondazione Pensiero Solido.

Flamur (significa “bandiera”) è il nome di un uomo di origine albanese, età apparente una sessantina d’anni. Segni caratteristici: Flamur è cieco.

L’ho incontrato questa mattina in metropolitana. Lui era davanti a me, nel frenetico via vai dei milanesi in metro alle 8.30 del mattino. Nonostante il suo bastone bianco, stava per incagliarsi contro un espositore dell’edicola. Anzi, l’aveva quasi speronato.

L’ho preso con delicatezza e l’ho guidato sul sentiero tracciato per i non vedenti. Abbiamo preso la metropolitana insieme e nel tragitto mi ha raccontato la sua storia, compresa la cecità: “Dio mi ha messo alla prova a 53 anni”, mi ha detto, sussurrando ma sorridendo.

Siccome scendeva due fermate prima di me, ha voluto che scegliessi un rosario tra i tre che aveva in una bustina di plastica e me l’ha regalato, con la sua benedizione. Lo vedi nella foto qui sotto.

Se Flamur avesse avuto un bastone digitale per ciechi, del tipo di quello di cui avevo scritto un anno fa nel mio blog di Tecnologia solidale, non ci saremmo incontrati.

In questo caso, l’assenza di tecnologia digitale ha favorito un incontro e un dialogo tra due persone, incontro che altrimenti non ci sarebbe stato.

Flamur non ha a che fare con la comunicazione, con l’intelligenza artificiale, con la tecnologia, con la leadership, con l’attività della Fondazione Pensiero Solido…ma da ora in poi il Rosario di Flamur viaggerà con me.

Antonio Palmieri

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