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Alcune note sulla distribuzione della Eucaristia nelle messe di questo periodo.

Circolano su web video terrificanti su tutti i possibili tipi di sacrilegi a cui va incontro chi permette la distribuzione dell’Eucarestia con i guanti e sulla mano. La cosa è particolarmente grave perché ovviamente colpisce la coscienza dei credenti più attenti e sensibili oltre che tutti coloro che seguono fedelmente il rito della messa secondo il Vetus Ordo.

Ora, premesso che persino a tempi della peste del ‘600 San Carlo Borromeo prevedeva modalità straordinarie di distribuzione dell’Eucarestia (tra cui anche le famose pinze che ovviamente andavano purificate), mi preme di sottolineare un aspetto teologico di non poco conto: non è possibile affermare che la distribuzione dell’Eucarestia sulle mani sia assolutamente e totalmente da escludere.

E ciò per un motivo molto semplice: perché, in ogni caso, la volontà di Cristo si è espressa esplicitamente e direttamente su questo aspetto: «Accipite et manducate ex hoc omnes».

Ricordo che “accipio” non ha il generico significato di “ricevere” bensì quello specifico di “afferrare” il che presuppone inevitabilmente le mani.

Affermare, come alcuni fanno, che non conta solamente l’intenzione di Gesù ma che anzi essa può e deve essere condizionata ed eventualmente superata da “la coscienza” con cui la Chiesa ha approfondito ed inteso la presenza Eucaristica nel tempo è un modo di ragionare radicalmente modernista: la volontà diretta ed esplicita di Cristo è contestata ed esclusa da un ragionamento – pure teologico – a posteriori.

Il ragionamento è analogo a quelli che dicono che non essendoci registratori all’epoca di Gesù non possiamo essere certi di quello che ha detto veramente e delle sue vere intenzioni, e quindi ciò che conta è la nostra coscienza delle cose.

Questo non significa che la Chiesa non possa decidere di distribuire in certo periodo storico o sulla spinta di alcune circostanze motivate l’Eucarestia direttamente in bocca (insegnare, anche nel gesto, il senso della Presenza Reale, ad esempio; impedire abusi e sottrazioni; distinguere l’uso cattolico da quello protestante).

Ma non permette di escludere totalmente la distribuzione sulla mano, agitando lo spettro del sacrilegio: questa è un emerita stupidaggine.

Anche San Carlo e tanti altri santi prevedevano in alcune circostanze particolari l’uso di “strumenti” per distribuire l’Eucarestia, ad esempio in occasione della peste. Ora, il guanto è uno strumento. Da più parti (amici medici ed infermieri) ho sentito svariate argomentazioni; alle mie obiezioni, (che sono sostanzialmente inutili e basta sanificare le mani) mi è stato risposto che lo scopo del guanto è quello di far sì che micro particelle della mia pelle non si trasferiscano sulla particola eventualmente infettando la persona che la riceve (nel caso io fossi a-sintomatico) e che l’uso del guanto va in parallelo col fatto che io non tocchi con esso la mano di chi riceve l’ostia.

Dopo l’uso, i guanti così come nel tempo pinze o fistole o cucchiaini ecc ecc, vanno ovviamente purificati. In questo caso i guanti vanno purificati con acqua che poi va versata nel sacrario (ma a quel punto con il dissolvimento delle particelle non c’è più presenza reale).

Mentre il fedele deve avere cura che sulle sue mani non rimangano particelle visibili di particola (sull’invisibile non abbiamo potere, ma Dio nemmeno ci chiede di averlo). Teniamo conto che se Gesù avesse voluto tenere conto della non dispersione delle microparticelle … subatomiche, così come certi predicatori – anche monzesi – pretenderebbero, avrebbe fatto a meno di istituire l’Eucarestia perché basta un semplice spostamento ed un minimo attrito con l’aria (ad esempio durante l’elevazione o la distribuzione ) per disperderne un mare. Ed il creatore di tutte le cose, visibili ed invisibili, non può non aver tenuto conto anche di questo …

In sintesi: facciamo quello che possiamo, meglio che possiamo senza crearci nevrosi o paranoie ulteriori rispetto a quelle già indotte dal periodo di quarantena.

Don Giorgio Lavezzari

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