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Agli Europei di Calcio ci si ricorda di tutti ma non dei morti per Covid

Leggendo le varie notizie sugli europei di calcio, da giorni avevo la sensazione che mi sfuggisse qualcosa, che “mancasse” qualcosa. C’è la festa, ci sono le gare, ci sono le polemiche, e i vari tributi alle cause al momento più in auge. C’è stato anche il piccolo dramma, grazie a Dio a lieto fine, del calciatore collassato sul campo e le gesta eroiche del suo grande capitano ( non sono assolutamente ironica sia ben chiaro). Per di più la nostra squadra al momento non ha fallito un colpo. Insomma ci soni tutti gli ingredienti richiesti per la buona riuscita di una competizione internazionale di questo livello. Però continuava a tormentarmi questa sensazione che ci fossimo dimenticati di qualcosa. Alla fine mi è venuto in mente. Questa è una delle prima competizioni internazionali dopo più di un anno di pandemia, eppure nessuno sembra ricordarlo.

Abbiamo appena attraversato la peggiore epidemia mondiale dell ‘ultimo secolo, qualunque sia stata la causa, epidemia che ha provocato nel mondo milioni di morti, ma nessuno agli europei ne ha fatto cenno.

Si sono inginocchiati per i black live matter, si colorano gli stadi con luci arcobaleno per sostenere il movimento lgbt, addirittura i danesi hanno fermato la partita per salutare il compagno di squadra, per fortuna all’ospedale e non all’obitorio. Ma a nessuno è venuto in mente di rivolgere un pensiero alle centinaia di migliaia di vittime che per colpa di questa pandemia non hanno più la possibilità di divertirsi e di seguire gli europei .

L’anno appena trascorso è stato un incubo per tutti, e il mondo ha voglia di cambiare pagina in fretta e lasciarsi tutto alle spalle, è comprensibile, ma prima di continuare con la nostra vita, un pensiero a chi ha dovuto pagare al virus il prezzo più alto, non sarebbe stata una cattiva idea.

Nel mio piccolo questo articolo è dedicato a tutti loro, vittime involontarie di una guerra che finalmente stiamo vincendo ma a caro prezzo.

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