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Il cristianesimo non permette scappatoie spiritualistiche, se non ami l’uomo, vuol dire che non ami Dio

“Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi”. L’originalità della risposta di Gesù al dottore della legge non sta nell’enunciare i due comandamenti, ben noti alla tradizione giudaica. Le novità consistono innanzitutto nel fatto che Gesù lega indissolubilmente i due comandamenti l’uno all’altro, e, in secondo luogo, nella centralità che assegna loro, il comandamento duale è il cuore della legge divina: Non c’è altro comandamento più grande di questi. Il resto della legge è solo un modo per dettagliare, specificare questo orientamento a Dio e all’uomo, fondamentale per la vita.

Perciò ogni volta che ascoltiamo la Parola durante la messa, si tratta di una specificazione di questo unico comandamento. E se nel caso c’è qualcosa che non comprendiamo bene, poco male, perché possiamo dire Gesù mi chiede di amare anche oggi. Vista l’eguaglianza dei due comandamenti, non basta amare Dio, occorre amare l’uomo con tutto il cuore, cioè tutta l’interiorità della persona; con tutta l’anima, cioè la forza vitale, l’orientamento fondamentale della persona; la mente, cioè l’intelligenza che si industria nell’amore.

In tal modo Gesù non parla più di regole della legge ma di persone, quella di Dio e quella dei fratelli. E la legge trova il suo senso non tanto nell’osservanza astratta del sabato o di molti altri precetti, ma solo se si interpretano i suoi precetti come espressione dell’amore a Dio e all’uomo. Il cristianesimo non permette scappatoie spiritualistiche, se non ami l’uomo, vuol dire che non ami Dio. Non esiste una concretezza maggiore di questa.Buona domenica !

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