Drogati di Smartphone
(di Alberto Pellai). Mi ha scritto una prof.ssa che sta accompagnando i suoi alunni della scuola secondaria di primo grado in una vacanza studio in Inghilterra. “I ragazzi si stanno comportando bene, ma l’unica difficoltà che abbiamo incontrato è sull’uso del cellulare. Ogni minuto sono attaccati al telefono,per raccontare a casa cosa accade qui, perché bisogna dire tutto e subito, non c’è più la necessità e la voglia di raccontare al ritorno e con calma…i maschi sono come “drogati dai videogames”, camminano per strada uno accanto all’altro e giocano, senza pensare a ciò che di bello hanno intorno. Non ero consapevole di questa loro dipendenza, perché a scuola non possono utilizzare il cellulare…ma in questa vacanza ho deciso di procedere in questo modo: dal terzo giorno ho ritirato tutti i cellulari dalla mattina alla sera. All’inizio lo scontento è stato evidente, sono la prof cattiva che rovina la vacanza, ma a distanza di una settimana posso ritenermi soddisfatta. I ragazzi comunicano tra di loro e con i compagni stranieri e soprattutto sono molto più calmi, non c’è quel nervosismo che prima imperava. Li ho fatto riflettere e non so se da questa esperienza usciranno consapevoli che le ore davanti a uno schermo non sono salutari, ma che che è salutare tessere relazioni con i pari. I genitori non sono stati particolarmente felici della mia decisione, perché vorrebbero sentire i propri figli ogni ora, alimentando così nostalgia e lamentele che senza cellulare avrebbero una fine e una risoluzione pronta tra noi del gruppo. Questa esperienza mi ha fatto davvero riflettere su quanto il cellulare li influenzi,li demotivi e li innervosisca. Noi adulti dobbiamo guidarli e fare la differenza”.
Trovo questa testimonianza importantissima. Ci dice molte cose:
a) Mandiamo i nostri figli in giro per il mondo, ad esplorare territori che non hanno mai visto. E loro non riescono a staccarsi dall’unica cosa che guardano per ore tutti i giorni anche quando sono a casa. Questo fenomeno si chiama dipendenza. E impedisce ai nostri figli di tenere alto lo sguardo sulla vita e sul mondo
b) Spesso siamo noi a usare il loro smartphone come un guinzaglio elettronico. E se qualcuno glielo sottrae, diventiamo matti perché non riusciamo a stare tranquilli se non abbiamo la certezza di poterli raggiungere in ogni momento per controllare che tutto nelle loro vite proceda come noi vogliamo.
c) I veri educatori oggi sono quelli che si assumono l’onere di fare scelte controcorrenti. All’inizio sembra che le loro scelte educative facciano scontenti tutti. Ma dopo poco tempo, ci si rende conto che chi ha un chiaro progetto educativo in mente e conosce davvero i bisogni fase specifici dei soggetti in età evolutiva, rispetto all’uso di tecnologie ad uso personale non può che fare proposte restrittive e limitanti.
Sono davvero grato a questa docente che ha scelto di condividere con me la sua testimonianza. Coincide completamente con tutto quanto io e Barbara Tamborini abbiamo scritto nel libro “Vietato ai minori di 14 anni” (De Agostini ed.). Vi invito a condividere con più genitori possibili questo post. Che questa estate diventi stagione di consapevolezza digitale per tutti. Per noi genitori e per i nostri figli.
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