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La vera rivoluzione? Abbracciarci, figlio mio, piangere insieme, parlarci guardandoci negli occhi…

La vera rivoluzione la dobbiamo fare noi uomini.

La vera rivoluzione sarà compiuta quando noi maschi riusciremo a parlare tra noi del nostro dolore, quando non ci vergogneremo del nostro bisogno di piangere. Quando a un funerale non sentiremo il bisogno di trattenere le lacrime, pensando di apparire forti se gli occhi rimangono asciutti. Dobbiamo uscire dal copione della negazione e della svalutazione di ciò che proviamo. Dobbiamo dare valore a dimensioni che nel modello della virilità condivisa dai più, sono state considerate disvalori, cose che femminilizzano il maschio, rendendolo vulnerabile ed emotivo.

Quali sono queste dimensioni così apparentemente pericolose? Sono la tenerezza, l’empatia, la compassione, l’accettazione della propria vulnerabilità.

Nel mito del “vero uomo” viene chiesto a ogni maschio di tenere lontane da sé queste parole, di farne la minore esperienza possibile. Così, per molti di noi, la vita diventa una sorta di slalom in cui sfioriamo, evitiamo, accerchiamo aspetti della vita che invece hanno un’importanza cruciale nel condurci alla consapevolezza emotiva.

Abbracciarci, figlio mio, piangere insieme, parlare guardandoci negli occhi, toccando con mano il dolore per tutta la violenza che in quella mattina di aprile è entrata dentro le nostre vite e ci ha fatto capire che ci sono dolori che non possono essere evitati…..

(Tratto da “Ragazzo mio. Lettera agli uomini veri di domani”, in uscita il 17 Gennaio 2023 per De Agostini editore)

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