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La storia del piccolo Enea è degna delle gesta epiche dell’eroe di cui porta il nome

Sulla vicenda del piccolo Enea, trovato il giorno di Pasqua nella Culla per la vita della clinica Mangiagalli, è già stato scritto tutto, forse anche troppo. Ma voglio tornarci per far emergere tutto l’amore nascosto in questa storia. Una storia degna delle gesta epiche dell’eroe di cui il piccolo porta il nome. La storia di una madre disposta a strapparsi il cuore per salvare il proprio figlio.  La storia di un popolo che ha salvato questo fagottino dell’abbandono. La storia di una donna che si è fidata di tutto l’amore nascosto nel mondo e ha affidato a mani sconosciute il suo bene più prezioso.

Spesso non lo vediamo, l’amore. Per strada c ‘è indifferenza, cinismo, rabbia, a volte violenza vera e propria. E l’amore non si vede. Ma questa storia l’ha fatto venire alla luce. Tutto l’amore nascosto. Silenzioso, quasi invisibile, a volte impotente, ma se ha l’occasione di venire alla luce, esplode e salva vite, e rende tutto un po’ più bello.

Poi, è vero, viene di nuovo sepolto da tutto il resto ma la sua luce rimane, la sua bellezza ha lasciato l’impronta. Tutto l’amore nascosto. Spesso non si vede, forse perché è timido, forse perché non ha bisogno di tanto clamore per fare il suo dovere. Però c’è. E se ci fidiamo di lui esplode. E vince su tutto il resto .

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