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I “motori” si fermano per garbo e rispetto verso le popolazioni dell’Emilia Romagna

Il Gran Premio di Imola 2023 non si correrà: l’annuncio, dato due giorni fa, ha trovato oggi la definitiva conferma.

Non per le condizioni dell’autodromo, che sono ottimali, né per la viabilità circostante, che è stata ripristinata: non si correrà per rispetto del dolore delle popolazioni emiliane e romagnole.

Si poteva fare la gara a porte chiuse? Certo che si poteva, e l’organizzazione non avrebbe perso un sacco di soldi che però ha lasciato sul tavolo annullando la gara e mettendo a disposizione del Protezione civile l’eliporto del circuito Ferrari, dando così la possibilità di salvare tempestivamente dodici famiglie.

Questa scelta dimostra una volta di più come il mondo dei motori sia un peculiare universo, con sensibilità e caratteri forti e immediatamente percepibili. Girano un sacco di soldi anche qua, ma resta una soglia di garbo e rispetto che forse altrove s’è persa. Anche qua ci sono scorrettezze, musi duri e tizi spregiudicati ma tutti hanno chiara una linea che vale per tutti e che può anche costare soldi ma mai la dignità.

Ho assistito a decine di Gran Premi di Formula Uno, da ragazzo, oltre a qualcuno di motociclismo e a non so quante gare storiche e dilettantistiche: non ho mai sentito i sostenitori di diversi team darsi addosso, mai visto un gesto violento e stavano (e stanno tuttora) gli uni accanto agli altri. Ho visto piloti che al mattino facevano a gomitate bere birra assieme alla sera.

Forse – chissà – è perché tutti, dal più veloce al più bolso, rischiano la vita e hanno a che fare con molte persone che curano la loro sicurezza e la loro prestazione: ingegneri, meccanici, collaudatori… in un mondo così, ci puoi stare solo se sai che il rispetto non è una proiezione dell’ego ma la consapevolezza del limite.

Ogni sport ha qualcosa da insegnare: io penso che il motorismo, da insegnare, abbia questo.

Massimo Micaletti

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