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Lino Zani: le Croci in vetta sono lì anche per ricordare grandi alpinisti e grandi personaggi della montagna

Abbiamo voluto sfruttare l’argomento del giorno, già ampiamente chiarito dal Presidente Cai con il comunicato stampa pubblicato ieri anche qui su Ilcentuplo, e così abbiamo fatto due chiacchiere con l’amico Lino Zani.

Lino Zani: Nato il 27 febbraio 1957, cresce in alta montagna dove per oltre 30 anni gestisce con la famiglia un Rifugio estivo a 3000 mt. Scala le piu’ alte vette del mondo e organizza varie spedizioni tra cui le piu’ importanti al Polo Sud e al Polo Nord

Nel 2011 decide di scrivere la sua vita in un libro “Era Santo era Uomo”, il racconto di una bella amicizia nata tra le sue montagne con S.S. Giovanni Paolo II. Nel 2013 il libro diventa un film “ Non Avere Paura” per Rai 1 che lo vede partecipe anche come coordinatore della produzione. Nel 2014/2015 autore e conduttore di “Linea Bianca” e “I Rifugi piu’ belli d’Italia” trasmesso da Rai 1.

  1. Il Presidente del Cai ha chiarito la posizione sulla questione Croci in vetta. Tu che ne pensi?

La questione che in questi giorni è stata sollevata probabilmente da un consigliere del Cai, e poi smentita dal Presidente, ci ha fatto un po’ riflettere e pensare quindi sicuramente questo queste croci non verranno mai toccate perché proprio sono un simbolo delle nostre montagne. Ogni volta che noi arriviamo in cima alle montagne non troviamo solo delle Croci ma troviamo anche a chi sono state dedicate: grandi alpinisti e grandi personaggi della montagna e quindi ogni volta che si arriva in cima troviamo la croce, a indicare la vetta, ma arriviamo anche addirittura a toccare il cielo, che è forse la cosa più bella.

2. Giovanni Paolo II ti aveva nominato ambasciatore di Cristo dicendoti proprio di portare le Sue Croci in montagna. Che ricordi hai di quell’incarico?

Io sono stato incaricato da San Giovanni Paolo II ambasciatore delle Croci, Apostolo della Croce, come racconto nel libro “Era Santo Era Uomo“. Ogni volta che partivo per una spedizione mi affidava una croce da portare su tutte le montagne più alte della terra che ho scalato e le ultime due croci veramente importanti me le ha consegnate da portare agli estremi del mondo, al Polo Nord al Polo Sud. Portare questi due simboli così importanti agli estremi del mondo penso sia stata una delle cose più belle che mi sia capitata nella nella mia vita.

3 In Italia invece quale è una Croce facilmente raggiungibile e alla quale sei affezionato?

Della croce a cui sono più affezionata è stata quella che San Giovanni Paolo II mi ha incaricato di posare sulla Cresta Croce che adesso è diventata cima Giovanni Paolo II. E’ una croce di granito, molto particolare, molto bella che per me ha un significato importantissimo perché una croce che ha voluto fortemente San Giovanni Paolo II e quindi ogni volta che arrivo al mio rifugio, al rifugio della Lobbia Alta, vedo questa croce così bella, così imponente mi ricordo dei giorni passati con lui ma non solo. E’ una croce che ha tanti simboli e uno dei più importanti simboli è proprio legato al terzo segreto di Fatima, quindi quando si arriva lì si trova anche questo medaglione a ricordo di questo terzo segreto.

4 Arrivare in cima e trovare una Croce quindi ha valore per tutti?

Trovare una croce sulla cima delle montagne o lungo i sentieri che noi percorriamo quando saliamo è, per noi cristiani, un piacere: io stesso quando arrivo in cima, davanti alla Croce, mi faccio sempre un segno della croce per ricordarmi che è una grazia essere lì e per ringraziare per avermi fatto arrivare in cima. Come ho già detto per chi non è Cristiano, non è credente, le croci ricordano questi personaggi a cui sono state dedicate. Ad esempio io ho un sacco di amici alpinisti che sono morti e quindi è stata posta una croce a ricordo di questi grandi scalatori perciò, anche per chi non crede, penso che sia bello arrivare in vetta e poter ricordare queste persone che sono già andate avanti.

E’ arrivata l’estate! Grazie Lino e buone e attente escursioni a tutti.

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