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Il ricco banchiere e il tradimento in mondovisione

Credo che il ricco banchiere di Torino che ha umiliato in pubblico la sua futura sposa, non aveva il diritto di farlo. Per rispetto verso se stesso, innanzitutto, e dei suoi figli. Poi della donna che aveva amato, e di sua figlia. Infine dei parenti e degli amici costretti a prendere parte a quella imbarazzante telenovela. Se davvero tradimento ci fu, avrebbe potuto tranquillamente chiudere il rapporto. Civilmente. Democraticamente. Privatamente. Ognuno per la sua strada. E vissero tutti felici e contenti.

Diciamola tutta, ha voluto vendicarsi in un modo apparentemente – solo apparentemente – elegante. Ha voluto consumare la sua vendetta su un piatto di ghiaccio. Ha voluto pugnalare al cuore la sua ormai ex donna con una affilatissima lama di cristallo. Se fossi stato tra gli invitati mi sarei sentito offeso e preso in giro.

Tu non puoi invitarmi alla festa del tuo fidanzamento e imbarazzarmi in quel modo.

Nessuno ha il diritto di ingannare nessuno. Nemmeno la presunta vittima di questa assurda storia. Speriamo di aver capito almeno una cosa: in amore tradire è facile, come bere un bicchier d’acqua. Subire un tradimento, invece, è penoso come ingoiare un rospo grande quanto un elefante.

“Non fare all’altro ciò che non vorresti fosse fatto a te”. Vale sempre. Vale per tutti. Il Signore ci benedica. Buone vacanze.

Padre Maurizio Patriciello.

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