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Il pescatore di telline – un racconto di Benedetta Bindi

“Prega come se tutto dipendesse da Dio e lavora come se tutto dipendesse da te” Sant’Ignazio di Loyola

Ieri mattina non riuscivo a togliermi dalla testa, una notizia letta sul giornale, gettata addosso dal mio vicino di ombrellone, che a buone maniere diciamo dovrebbe prendere qualche lezione.

“A Corrà tieni il giornale, io l’ho già letto, ma me so stufato. La guerra, femminicidi, i soliti casini in Parlamento, me viè la depressione” e l’ha lanciato ai miei piedi. Il caso ha voluto che si aprisse, su una foto di una donna dalla pelle olivastra e gli occhi scuri. Mi ha ricordato la mia insegnante di ginnastica.

Il titolo diceva: “Arriva in Portogallo,ma prima di poter chiedere la grazia a Fatima, le vengono amputate le gambe”. Le due colonne sottostanti dell’articolo, spiegavano che la donna arrivata dal sud America, in Europa, per andare al santuario, aveva accusato un malore. Portata all’ospedale d’urgenza, gli avevano diagnosticato un batterio. Inevitabile l’amputazione.

Per tutta la giornata quelle parole, mi si sono appiccicate nel cervello, come se io fossi stato un album, e loro le figurine mancanti.

Così ieri sera mi rigiravo nel letto, e il sonno non arrivava.

La luna brillava nel cielo, potevo vederla, non avevo chiuso le imposte per il troppo caldo estivo.

“Possibile?” Lo ripetevo nella testa, fino all’esaurimento. Una donna colombiana di cinquant’anni, la mia stessa età, da un giorno all’altro si trova senza le sue gambe.

“Buuuuum!! Corto circuito”

Qualcosa esplode dentro di te, il tuo sistema immunitario va in tilt, e sei spacciato! Prima che tu possa chiedere aiuto alla Madonna. Le domande si moltiplicano come formiche, intorno a una mollica di pane.

“Quando è salita su quell’aereo che la portava in Europa, stava bene? Oppure il suo corpo o la sua anima soffriva? Tanto dolore interiore può portare a malattie? Pregava? Adesso lo farà ancora? Oppure si sentirà tradita, abbandonata dalla proprio fede? Cosa le è accaduto lo prenderà come un segno della non esistenza di Dio?”

Sudavo e non mi davo pace, mi alzavo, andavo in cucina a bere, e mi rimettevo a letto. Eppure non conoscevo quella signora, perché preoccuparmi fuori misura. Sul quotidiano di cattive notizie, ce n’erano da scegliere, come abiti da indossare in un grande magazzino.

” Perchè proprio quella mi aveva colpito?”

Forse perché avevo ascoltato, pochi giorni prima l’omelia del giovane prete, nella piccola chiesetta lungo il mare.

“Spesso ci dicono che la salute è tutto, se hai quella stai a posto. Errore! Quella è variabile come le correnti di vento. Quando ti abbandona, che ti rimane? Solo credere ti sorregge. Fondamentale è non attaccarsi a nessuna fissazione.Tutto è fuggevole a questo mondo, anche la sofferenza stessa. A volte di fronte alle difficoltà non bisogna rassegnarsi, ma semplicemente accettare il fatto che non è possibile contrastarle. Questa consapevolezza, anziché rattristarci, e farci cadere in una cupa rassegnazione, ci consente di cercare elementi positivi. Se credi in qualcosa, in qualcuno che ci vede e ci osserva, poi tutto è più facile, e ti affidi al suo abbraccio” . Con queste parole in mente, mi sono addormentato.

Poi questa mattina alle sette, il cane del vicino ha iniziato ad abbaiare, forse voleva uscire, e mi sono svegliato. Avevo voglia di una colazione dannosamente calorica al bar, tipo una di quelle belle bombe alla crema che fa Aldo. Poi mi sono visto allo specchio, con la mia piccola boa appoggiata sotto il mio petto, e mi sono detto che era meglio andare a correre.

Mia moglie torna tre giorni, è con mia suocera da alcuni parenti a Lecce. Chi la sente se mi vede ingrassato, soprattutto perchè essendo una dottoressa mi conta zuccheri e trigliceridi. Nemici miei da dieci anni!

Mi son detto: “Prima il dovere e poi il piacere”, ho mangiato una banana e sono andato a correre sulla spiaggia. Un signore anziano faceva le telline, guardandomi ha alzato le sue braccia magre, piuttosto scure e grinzose, e sfoderando un bel sorriso, ha mosso in alto la mano. Forse mi ha scambiato per qualcun altro, o forse visto che eravamo solo noi in una spiaggia deserta, ha trovato opportuno salutarmi. Ho ricambiato e sono corso via, come con l’asino con la carota. Immaginavo di affondare la bocca su quella delizia fritta e zuccherata, e a ogni falcata ero felice perché sentivo più vicina la meta. Poi dopo venti minuti, sono tornato indietro stremato e felice. L’uomo era uscito dall’acqua e chiudeva la busta contenente parecchie telline.

“Oggi le vendo” mi ha detto sorridendo, “Ne ho prese parecchie, passo al Lido alle 11.00, e al Maestrale dopo, se le vuole mi trova lì. Viene una pasta!” E ha messo le dita della mano destra sulle labbra, per poi baciarle.

   “Pesca ogni giorno?” gli ho domandato curioso, vedendo che aveva un’età  nobile.

Lui mi ha guardato, e poggiando la mano sulla mia spalla, ha risposto:

“Ragazzo mio, sai che ho ottantacinque anni io! Se Dio vorrà, e il mare è ancora piatto, vengo anche domani. Ma ti consiglio di passare oggi, non si sa mai”

Poi una signora di circa una sessantina di anni, ben messa, è passata accanto a noi, e ci ha guardato. Aveva in testa un grosso cappello di paglia, occhiali e un costume intero a fiori, l’anziano signore ha iniziato a cantare:

”M’hai guardato. Hai taciuto. Ho pensato: Beh, son piaciuto” Eri piccola, piccola, Così!

Mi ha fatto l’occhietto storcendo un poco la testa, poi mi ha detto: “Devi aver cura dei minuti, le ore avranno cura di te” e incamminandosi sulla strada ha continuato a cantare.

Non so perché mi ha detto quella frase, forse attiriamo ciò di cui abbiamo bisogno.

Sono arrivato all’ombrellone, ho posato le cuffiette nel marsupio e mi sono buttato al mare. Non era l’acqua della Sardegna, e ogni tanto qualche bolla in superficie, ma era fresca e accogliente, e ho nuotato fino alla boa rossa.

“Qui ed ora!”, mi ripetevo ad ogni bracciata, benedicendo il mio corpo, che nonostante la mia pancia, ancora regge.

Dopo una doccia gelata steso sul lettino ho dormito, ignaro della gente che stava arrivando in spiaggia. Fino a quando non è arrivato Marcello: “Te la godi Corrà, appena arrivi te butti a dormì, ma quando arriva tua moglie te fa sgobba.”Gli ho sorriso e mi sono stirato felice, pensando alla bomba fritta che mi attendeva. Come diceva Nietzsche in Ecco Homo, la grandezza dell’uomo risiede nell’amore del destino. Dobbiamo desiderare ciò che ci accade, e amare ciò che deve ancora avvenire.

Mentre in bicicletta mi avviavo in pasticceria, ho cambiato direzione e sono andato verso il bagno Lido. Mia moglie adora le telline, e poi piacciono tanto anche a me!

Benedetta Bindi

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