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Carlo Acutis e il suo segreto

Carlo era bello. Alto, slanciato, spalle larghe, sciolto. Un sorriso aperto che stendeva.

Le ragazze giravano intorno alla sua allure da bravo ragazzo, alla sua allegria contagiosa. C’era in lui qualcosa in più, difficile da spiegare.

Carlo era di un’intelligenza tale da disorientare pure i sapienti. Non aveva nemmeno dieci anni quando sua madre gli comprò i libri di programmazione per computer dove studiavano gli universitari. Chi studiava da una vita quelle robe, parlando con lui, restava sconcertato.

Ma Carlo aveva un segreto.

Aveva una fretta nera.

Doveva imparare tutto e subito, doveva mettere frutti veloce, non c’era tempo da perdere. Evidentemente se lo sentiva addosso che il tempo a disposizione era misurato al centimetro per i suoi passi.

Riceve il sacramento della prima comunione prestissimo. Comincia a creare i primi programmi per computer altrettanto velocemente. Ha intuito con una lucidità formidabile il potenziale enorme di internet, e lo usa piegandolo al suo amore: programma un sito dove parla dei Miracoli Eucaristici, perché devono saperlo tutti cosa fa l’Eucarestia, cosa combina in giro per il mondo. Costringe pure i suoi genitori a seguirlo per i santuari dove sono venerate queste ostie fatte carne e sangue. Lui vede coi suoi occhi, e sa che non si sbaglia.

Carlo è un ragazzo allegro, con l’argento vivo addosso, che scherza fino all’ultimo. La febbre che ha da qualche giorno paralizza il suo corpo tonico e massiccio inspiegabilmente, e poche ore dopo il ricovero d’urgenza il medico gli comunica che la diagnosi è una sentenza di morte. Allora Carlo alza le mani al cielo e esclama sorridendo “Dio m’ha dato la sveglia!”. Ecco qua, ci siamo, dice. Non urla, non batte pugni. Se l’aspettava.

Era nato per questo, lo aveva confidato anche in un video fatto a se stesso qualche settimana prima, lasciato nascosto nel suo PC, che la madre troverà dopo la sua morte.

“Sono destinato a morire”, lo dice con la sua faccia giovane alla telecamera, sorridendo.

Carlo spiazza. Per amore.

Beato Carlo Acutis, prega forte per i nostri ragazzi. Che conoscano quell’amore folle che ti ha reso sfolgorante di vita.

P.s. un’ultima cosa. Quando Carlo era bambino, i suoi genitori erano credenti ma praticanti zero. È stato lui a convertirli sostanzialmente, a riportarli alla fede col suo esempio di vita vera. Questo mi consola molto. Nonostante gli errori umani di noi genitori, incapaci di trasmettere una fede ardente, bisogna ricordarsi pure un’altra questione: quando il cielo chiama, chiama. Non importa di chi si è figli, l’importante è essere figli di Dio.

(il 12 ottobre si ricorda il Beato Carlo Acutis)

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