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Un Sacerdote italiano nel gruppo di Consulenti ONU sull’Intelligenza Artificiale

Esulto anche io, con l’amico Antonio Palmieri (che intervisteremo qui su ilcentuplo lunedi prossimo) per la bella notizia che nel Gruppo Consulenti per l’Onu sulle questioni di Intelligenza Artificiale è stato nominato anche un italiano e per di più sacerdote. Evviva!

Il commento di Antonio Palmieri alla notizia: “Non vi è altra strada. Mai come in questo caso il futuro è tutto da scrivere e non solo da parte delle big tech, ma da parte di ciascuno di noi, con le nostre scelte personali e aziendali, con i modi in cui decideremo di adoperare l’intelligenza artificiale generativa e conversazionale.

P.s. Buon lavoro a padre Paolo Benanti. Ci rappresenta tutti, specialmente tutti coloro che sanno che la tecnologia è uno strumento per migliorare la vita umana e non un fine.”

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Il Segretario delle Nazioni Uniti Antonio Guterres ha comunicato poche ore fa l’istituzione del Consiglio di consulenza delle ONU sui rischi, le opportunità e la governance internazionale dell’Intelligenza Artificiale. Ne fanno parte trentanove personalità di caratura mondiale: esponenti politici delle potenze regionali, esperti, professori universitari, i vertici di società come Google, OpenAI, Microsoft e Sony.

In questa lista compare anche un italiano. È Paolo Benanti, un francescano che insegna Algoretica alla Pontificia Università Gregoriana.

La nomina di Paolo Benanti è motivo d’orgoglio per l’Italia e credo possa segnare una rotta per il nostro Paese.

Se competere con le Big Tech sarà difficile da un punto di vista economico e di ricerca, l’Italia dovrà avere un ruolo determinante nel necessario tentativo di umanizzare lo sviluppo tecnologico e lavorare affinché questo sia messo al servizio delle persone. Le macchine impareranno a processare le informazioni e rielaborarle in modo esponenziale.

Ma sarà l’uomo a dover indirizzare il loro modo di ragionare, a dover porre agli algoritmi le giuste domande, ad insegnare a pensare distinguendo ciò che “giusto” da ciò che è “sbagliato”.

Nel campo che conosco meglio, quello della consulenza legale, la rivoluzione che sta avanzando porterà da una parte a una modifica sostanziale degli spazi professionali, dall’altra a interrogativi etici profondi.

L’etica e la riflessione sui valori saranno ciò che potrà fare la differenza tra un’intelligenza artificiale come rischio e un’intelligenza artificiale come opportunità.

Noi italiani dobbiamo partire dalla nomina di Paolo Benanti per trovare la nostra vocazione all’interno di un processo che cambierà la storia dell’umanità. Etica, valori e visione per creare valore.

Stefano Simontacchi

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