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Con Renzo sulle strade dei nostri giorni

Natale 1833. Alessandro Manzoni vede messa a dura prova la sua fede. Un evento tragico segna in modo profondo la vita e l’animo del nostro scrittore. Dopo mesi di malattie e sofferenze, proprio nel giorno di Natale, a soli 42 anni, muore nella casa di Brusuglio di Cormano (a 4 km da qui) la sua amatissima moglie Enrichetta Blondel. Dov’era la Provvidenza? Perché questa donna, intelligente e sensibile, che aveva dato ad Alessandro 10 figli muore? Perché mai Dio, così misericordioso da fare incarnare suo Figlio per la nostra salvezza ha lasciato morire questa giovane donna? Perché la Provvidenza che tutto vuole per il bene degli uomini ha consentito di togliere ai suoi cari Enrichetta, che anzi è andata incontro alla morte con una piena accettazione?

Perché, nove mesi dopo, la figlia primogenita Giulietta, venuta a Brusuglio per riprendersi dal suo primo parto, a sua volta si lascia morire a poco più di vent’anni? Perché, non molto tempo dopo, anche la giovanissima figlia Cristina, da poco sposa, torna a Brusuglio a morire? Che hanno mai fatto tutti loro, tranne che venerare e amare Dio, pregarLo e obbedirGli?

Alessandro Manzoni deve una risposta al suo Dio, interrogato, pregato e forse giudicato: la risposta però è la stessa di Giobbe: «Comprendo che puoi tutto – e che nessuna cosa è impossibile per te. Chi è colui che, senza aver scienza, – può oscurare il tuo consiglio? – Ho esposto dunque senza discernimento – cose troppo superiori a me, che io non comprendo. – “Ascoltami e io parlerò, – io t’interrogherò e tu istruiscimi”. – Io ti conoscevo per sentito dire, – ma ora i miei occhi ti vedono. – Perciò mi ricredo – e ne provo pentimento sopra polvere e cenere»

Dal 1821 il Manzoni aveva posto mano alla stesura del romanzo. E questa eccezionale vicenda spirituale è già presente nell’umana avventura di Renzo.

Questa sera ripercorriamo il percorso di Renzo, ingenuo e semplice (“giovane pacifico” lo descrive Manzoni) ma profondamente e autenticamente uomo. E profondamente e autenticamente cristiano, persino nei suoi dubbi.

“Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse.”

Le parole di Isaia riecheggiano in Renzo. Il Natale che porta nel mondo la Luce vera permette a chi si fida di Dio di ripercorrere il cammino che dal male porta alla misericordia e al perdono. Renzo trova in questa fiducia (non senza fatica e dolore) la capacità di imparare a camminare nella splendida avventura della vita.
Ed è quello che questa sera, e nel prossimo Natale, la nostra comunità pastorale augura a ogni suo figlio. E a ogni uomo.

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Andrea Brambilla

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