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Carlo Acutis e San Giovanni

Carlo Acutis aveva un affetto particolare per San Giovanni, per quel gesto così genuino e profondissimo di chinare la testa sul petto di Gesù sul Suo cuore, durante l’ultima cena. In effetti Carlo e Giovanni sono molto simili.

Giovanni era il più giovane dei dodici, fratello di Giacomo e pescatore come lui, e come lui doveva avere pure un caratterino niente male: Gesù li aveva soprannominati boanerghes cioè figli del tuono (Gesù dà un soprannome che è tutto un programma ai suoi amici, poi non mi dite che questo Dio non ha il senso dell’umorismo!).

Giovanni ha un posto privilegiato nella storia dell’umanità: ancora ragazzetto comincia a seguire Cristo e da lì non lo molla fin sotto la croce, impavido come solo i puri di cuore. È il primo a correre assieme a Pietro al sepolcro dopo l’annuncio della Maddalena, e nemmeno ha bisogno di entrarci per capire la grandiosità al suo cospetto, prende con sé Maria e da lei ascolta chissà quante volte la vita di Gesù fin nei particolari che solo una madre può conoscere.

Per questo il suo è il Vangelo che arriva dritto al cuore dell’uomo, quello del sentimento e dei miracoli, la testimonianza di chi ha visto e ascoltato l’amore divino in terra e non può tenerlo per sé.

Ma a lui va attribuito anche l’Apocalisse, che di sentimentale non ha molto, anzi inchioda forte ogni uomo alle sue responsabilità.

Giovanni è l’apostolo che dà tutto sapendo a quale prezzo è stato riscattato, e ci dà la sveglia perché nessuno possa dire di non sapere.

San Giovanni prega il Cuore di Gesù per noi, e anche tu beato Carletto, già che ci siamo, se vuoi metterci una buona parola ci faresti un gran bene.

Auguri ai Giovanni!

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