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Benediciamo in famiglia i nostri figli, soprattutto il primo giorno dell’ anno

Benedire, dal latino benedicere, significa dire bene, dire del bene, augurare il bene. E’ l’espressione di una attesa, di una soddisfazione o di una riconoscenza. Benedire evoca quindi qualcosa di positivo: un beneficio, un favore. Infatti, l’uomo ha bisogno di felicità, di protezione, di salute, di riuscita nella vita, ecc.

La Bibbia è ricca di benedizioni. Fin dall’ inizio Dio benedice la sua creazione (Gn 5, 2) e il suo disegno è di benedire tutte le nazioni della terra (Gn 12, 2-3). Questa benedizione di Dio al suo popolo continua mediante il dono del suo Figlio (Lc 1,42 ; Mt 21, 19). Dunque, origine e fonte di ogni benedizione è Dio, che è al di sopra di tutte le cose; egli solo è buono (Mt 10, 18), ha fatto bene ogni cosa e vuole che tutte le sue creature siano colme dei suoi benefici.

La benedizione si rivolge anzitutto a Dio per la sua bontà. Si tratta di lodi o di benedizione ascendente. Ma essa riguarda anche gli uomini che Dio protegge e dei quali si prende cura con la sua Provvidenzza; e tutte le altre cose create, la cui ricchezza e varietà sono messe da Dio a disposizione degli uomini. E’ la benedizione discendente, mediante la quale tutta la vita degli uomini può essere posta sotto lo sguardo protettore e misericordioso di Dio.

Dio ha concesso, già fin dal principio, che specialmente i patriarchi, i re, i sacerdoti, i leviti e i genitori innalzassero al suo nome lodi, e trasmettessero benedizioni. Oggi, in modo più particolare, vescovi, sacerdoti e diaconi sono incarricati dalla Chiesa di invocare le benedizioni divine sugli uomini. Ma lo sono anche i semplici battezzati, in virtù del loro battesimo e della loro confermazione. Quando Dio benedice direttamente o per mezzo di queste persone, sempre vengono assicurati il suo aiuto, i suoi benefici, il suo sostegno, la prosperità e la sua protezione. Per esempio, la benedizione paterna, fin dall’ antichità, ha sempre un influsso decisivo sul destino di chi ne è oggetto (cf Gn 27; 48; 50, 24-25; Dt 33; 2Sm 23; 1Re 2; 2Re 13, 14s…).

La benedizione risulta allora un aumento/incremento dei risultati, al di là di ogni legge naturale, una loro straordinaria moltiplicazione. Cioè, senza benedizione ogni lavoro rende solo ciò che esso è naturalmente ritenuto capace di dare, il suo frutto non viene moltiplicato; senza di essa, ogni applicazione, organizzazione, costanza o perseveranza porta solo frutti naturali. In altre parole, con la benedizione divina uno ha fecondità nelle sue imprese e porta sempre frutti; i suoi sforzi e il suo lavoro sono sempre coronati da successo: quindi, la benedizione produce miracoli e trascende ogni situazione.

I gesti più ordinari per benedire sono l’imposizione delle mani, il segno della croce e l’aspersione con l’acqua benedetta (che ricorda il mistero pasquale e l’acqua del battesimo). Per evitare ogni rischio di superstizione, ognuno di questi gesti rituali va accompagnato da una preghiera o da una parola di Dio tratta dalle Sacre Scritture.

Nelle famiglie non si deve perdere la buona tradizione della benedizione dei figli, soprattutto il primo giorno dell’ anno (capodanno). La benedizione paterna è una cosa sacra e fonte inesauribile di grazie. Quando il papa non vive più, la può dare la mamma o il fratello maggiore. Si tratta di un gesto di amore da parte del padre e di un gesto di umiltà da parte dei figli.

Le mani tese sui figli inginocchiati, se possibile ai piedi del crocifisso, si invoca la benedizione e la protezione divine su tutta la famiglia, in questo mondo, e l’augurio del Paradiso dopo questa vita. Poi, tutti si scambiano vicendevolmente gli auguri, prima dei regali.

I genitori non aspettino il Capodanno per benedire i figli: lo devono fare sempre nel cuore, nella preghiera, durante o lungo l’anno, e farlo solo ufficialmente il primo gennaio. A loro, con l’aiuto dello Spirito, come pure alla Chiesa, è affidato il servizio di implorare e di effondere le benedizioni di Dio sulle loro famiglie.

E’ una cosa buona quando i familiari pongono la loro fiducia anzitutto in Dio, per bocca del più anziano, chiedendo la sua benedizione che opera sempre il bene che dice.

Don Joseph Ndoum

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