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Ferrari, un film da guardare tutto di corsa

In queste settimane è uscito nelle sale cinematografiche, il film Ferrari che con attori nazionali ed internazionali cerca di ripercorrere il lancio del famoso Cavallino tra le terre del modenese durante il post seconda guerra mondiale. E’ un film in cui fa da sfondo il mondo dei motori con le competizioni su strada tra cui la famigerata Mille Miglia. Le macchine però appaiono sempre meno importanti rispetto agli uomini.

Ferrari è innanzitutto un film sui piloti: piloti che senza casco ma con occhialoni, senza halo ma con vestiti elegantissimi, senza elettronica ma solo con intuito, rischiavano consapevolmente la loro vita per un lavoro, per una passione, per un privilegio, per un passaggio alla storia. Loro, quando salivano in macchina per un test o per una competizione sapevano “che la morte era sempre dietro l’angolo”. Lo sapevano loro, lo sapevano i costruttori, lo sapevano le famiglie, lo sapeva il commendatore Enzo Ferrari.

Due vite verranno segnate da due incidenti mostruosi la cui ricostruzione cinematografica riesce a trasmettere tutta la drammaticità dell’energia cinetica passata dalla macchina ai corpi. Scene drammatiche ma non crude. Dicevamo che il mondo delle corse con auto e piloti resta sullo sfondo: cosa quindi in primo piano? A mio giudizio il film cerca di raccontare tutta l’inquietudine che solo un visionario può avere in sé, tutta la sofferenza che solo un padre di un figlio morto può trascinarsi dentro, tutta la paura di fallire che solo un pioniere può sperimentare. E’ un film sulla solitudine di un uomo che non comunica, che non si affida, che non tocca e non viene toccato nel cuore quasi mai. E’ un film sul peso delle decisioni e sulla condanna della responsabilità. E’ un film sull’inno all’ambizione ed alla determinazione con tutti i costi che ambizione e determinazione portano con sé.

Film per tutta la famiglia: una scena di sesso direi esplicita ma breve, la scena sulla tragedia di Guidizzolo invece è impegnativa da sostenere.

Per dovere di cronaca, segnalo che in questo periodo su Amazon è disponibile gratuitamente il Film: Lamborghini. Vederlo equivale a chiudere un cerchio. Siamo sempre nel momento e nella terra delle possibilità: periodo post bellico in Emilia. Ferruccio Lamborghini però, a differenza di Ferrari, viene da una famiglia di contadini e la sua scalata al successo è fatta di intuizioni meccaniche strabilianti ma anche di compromessi e perdite. La sua vita sembra sempre una continua rincorsa al riscatto come solo chi si sente “indegno perché secondo” riesce a mettere in campo. Nel film ci sono alcuni particolari toccanti che vale la pena di cogliere: per stringere un patto solo una stretta di mano, per ottenere un prestito economico dalla banca solo il racconto di un sogno. Mitica appare la telefonata tra Lamborghini ed Agnelli per stringere un accordo anzi una cordata che lancerà il marchio. E così la Ferrari diventerà la macchina “per chi vuole essere qualcuno” mentre la Lamborghini diventerà la macchina “per chi è qualcuno”.

Film più veloce e leggero di Ferrari. Da vedere entrambi, uno dietro l’altro.

Valeria Terzi

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