chiesa

Misericordia è amare teneramente il peccatore, isolandolo dal peccato.

Sono quella a destra.

Quella che rosica.

Con l’aureola in tasca pret a porter al bisogno. Qualche svarione ogni tanto ma poi, fondamentalmente, una che sicuramente il Padre le dà una pacca sulla spalla dicendo ah se non ci fossi tu.

Perché poi c’è l’altro quello a sinistra, e dietro a lui una fila lunga. Di figli prodighi, i senza Dio che al Padre l’hanno fatto disperare.

Finché questi se ne stanno nel settore figli sconvenienti ci fanno un piacere.

Poi però può capitare che gli piglia la botta di conversione, di pentimento, e se ne tornino all’ovile.

E lì comincia lo sfrigolio.

Ok sembra pentito, ma adesso non è che gli fai andare le cose bene, eh?

Ok mettiamo pure che è cambiato, ma non è che quello ha fatto lo schifo fino all’altro ieri, e adesso tutto a posto eh?

Ok è mio fratello ma stai calmo. Diciamo una via di mezzo tra un fratellastro e il protagonista di Gomorra, eh?

Quanto si rosica all’idea che il Padre possa premiare davvero il figlio pentito, e magari amarlo riempiendolo di grazie che quello ci diventa (orrore!) un esempio pure per gli altri!

Eppure il buon Dio è misericordioso e pietoso, lento all’ira e grande nell’amore.

Peggio ancora ci chiede di essere uguale.

Misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro. Una faticaccia.

Anche perché misericordia viene dell’ebraico rachamim, che significa utero, viscere materne.

Misericordia non è solo perdonare.

È amare teneramente il peccatore, isolandolo dal peccato.

Vedere oltre le colpe l’immagine di un Padre tenero che ci ha fatti tutti uguali a sua immagine.

È la logica del perdono accogliente, che non aspetta altro se non l’appiglio del pentimento, per riaprire le braccia e riprendersi quel figlio tutto intero.

Sapendo quanto il Padre sia giusto e giudichi amaramente il male e il peccato, si capisce ancora di più quanto sia grande la sua Misericordia, che sovrabbonda.

È pronto ad abbracciare, in attesa come un qualsiasi genitore che il telefono squilli, che la chiave giri alla porta, che si torni a chiedere perdono per i casini commessi.

Non giudichiamo, non condanniamo, diamo perdono.

Che faticaccia sta Quaresima, ma che bello sapersi amati così follemente.

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