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Sofia Goggia e il piano di Dio

La settimana prima dell’ultima volata, quella più importante della sua vita, Elena raduna la famiglia a casa sua per intero, ha fatto la pizza.

Deve dare l’annuncio a tutti e alla sua mamma in particolare. Sta per salire in cielo, non è una battaglia persa ma la preparazione a un viaggio. E poi, la sorella è di nuovo incinta, lacrime di dolore e di gioia insieme in questa famiglia bresciana piena di campionesse dello sci.

Se si conosce questo episodio, forse si capisce meglio perché Elena, in una delle interviste rilasciate dopo che il tumore era tornato, abbia detto la frase citata dalla sua amica Sofia.

Sofia Goggia, anche lei campionessa di sci alpino indiscussa e indomita, qualche giorno fa ha avuto l’ennesimo infortunio. Proprio a un anno dalla morte di Elena.

Un incidente di quelli tosti. E non perché il peggiore, probabilmente no. Ma perché per l’ennesima volta fa i conti con un dato di fatto. Per quanto si possa lottare, per quanto si possa prevenire, per quanto si possa sudare per evitare che certe cose accadano, quelle accadono uguale.

Zero sconti, pure se sei una campionessa, pure se hai 37 anni e tutta la vita davanti, pure se il tumore o la frattura della tibia non te li meritavi.

E allora che si fa. Si dice che sfiga, ci se la prende con Dio e si butta giù il cielo?

O magari si fa quello che ha detto Elena. Almeno bisogna provarci.

Si spalancano le braccia e invece delle bacchette ci si appoggia al Boss lassù e ai suoi piani incomprensibili, inaccettabili, ma per qualche motivo che si capisce dopo migliori dei nostri.

Quindi Sofia raccoglie l’eredità dell’amica non solo sportiva, dedicandole i suoi successi come in staffetta, ma anche spirituale.

Chi muore e lascia scie di bene così grandi, davvero non muore mai più.

Vai Sofia, ha ragione davvero il tuo papà che deve essere un grande papà, del dolore non si butta via niente. Se hai capito questo, hai vinto tutto.

Le medaglie che dà il Padreterno sono inossidabili, in secula seculorum, daje!

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