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Il Vangelo di oggi ci presenta la mamma di Giacomo e Giovanni, una di noi!

La madre di Giacomo e Giovanni una di noi.

Non so se la Montessori abbia mai letto il brano del Vangelo di oggi, ma qualora le fosse capitato avrà sicuramente alzato gli occhi al cielo predicando qualcosa contro i genitori spazzaneve.

Salome è la mamma dei due apostoli G&G, quelli col caratterino un po’ focoso ribattezzati da Gesù “figli del tuono” (Gesù umorista, uno di noi pure lui).

Questa benedetta donna non solo raccomanda i figli, ormai grandi e grossi e capaci di sbrigarsi le cose da sè. Ma ha pure un tempismo pessimo.

Gesù salendo a Gerusalemme piglia in disparte i suoi dodici, spiega che sta per essere messo a morte.

Il momento è drammatico, il Signore sta prefigurando la sua cattura e flagellazione, c’è sicuramente sconcerto e incomprensione negli sguardi di tutti.

E la madre di Giacomo e Giovanni ha la botta di genio. Gli si fa vicino per chiedere di mettere i suoi due figli seduti al posto d’onore, di fianco a lui, quando siederà nel suo regno.

Qui viene da pensare a male.

Viene da dire che Salome non avesse capito bene la questione (come tutti gli altri del resto), credendo nel trionfo mirabolante di Gesù con regno e troni.

E non aveva capito nemmeno bene bene come funzionava con Gesù, che aveva sempre parlato di non esaltarsi e beati voi che oggi piangete perché vostro è il regno dei cieli.

Non stava attenta? Era accecata dall’amore per i figli? Ci teneva a vederli sistemati?

Boh.

Chissà cosa avrebbe detto se avesse capito che il posto d’onore nella logica di Dio è il martirio, come di fatto avvenne per Giacomo, primo apostolo ucciso in odium fidei.

Il bello è che in tutto ciò Gesù non si sdegna.

Non dice “donna, ma stai scherzando, io sto parlando della mia morte e tu pensi a sistemare i figli?”.

Prende con una santa pazienza i suoi dodici tutti attorno, e gli dice: ragazzi miei, chi vuole essere primo si faccia servo degli altri. Lasciate perdere la logica dei governanti del mondo.

Alla fine chi pensa a sé, si vuole sistemare, arriverà a fare una cosa: la guerra.

Chi vuole la pace fa come Gesù. Dà la sua vita, in riscatto per molti.

Ecco perché non sappiamo fare la pace.

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