chiesasolo cose belle

Il suono della caldaia che ripartiva mi ha fatto tornare in un attimo indietro di trent’anni.

Ieri ho avuto un dejavu. Che in realtà era un dejaentendu.

Un suono, la caldaia che ripartiva, mi ha fatto tornare in un attimo indietro di trent’anni.

Ho rivisto tutto come fosse ieri, la me bambina al tavolo, la TV davanti, la signora Wilma che sbatteva le uova e io che prendevo appunti. E mia nonna che scriveva pure lei su un altro foglio, e mi diceva scrivi scrivi. La ragazza al piano di sotto suonava il pianoforte, sopra due bambini trascinavano sempre sedie, ora avranno i capelli bianchi come me.

Mi è piaciuto.

E mi è venuta voglia di tornarci fisicamente, una mezza giornata, a stare con mia nonna a prendere appunti per le ricette che non farò mai, sognando però di farle un giorno, e quell’odore di borotalco e candeggina inconfondibile, sopra le note pungenti di cremor tartaro.

Ma chi non crede nel paradiso, nell’aldilà, come ci riesce?

Come si fa a vincere la nostalgia di chi non c’è più pensando che davvero non ci si riabbraccerà mai?

Stamattina una di voi mi ha raccontato la storia di una mamma che ha perso suo figlio ventunenne, e vive nella certezza di rivederlo un giorno.

Secondo me questa certezza non fa una piega, manco mezza.

Non è vivere nell’illusione, trovare l’escamotage per lenire il dolore, doversi raccontare una balla per non impazzire.

È essere coerenti alla realtà.

Se esiste il cielo, se esiste il profumo dei fiori, se esiste la voglia di piangere quando ascoltiamo Chopin, se esiste un padre che si butta nel fuoco per salvare il proprio bambino, se esiste la gente che muore col sorriso, allora esiste l’amore. È un fatto.

Esiste qualcuno che l’ha creato.

Esiste Dio.

E un Dio che crea il canto degli uccelli sa pure che abbiamo bisogno di rivederci dall’altra parte.

Dunque esiste un posto dove ci rivedremo.

E io riabbraccerò le mie nonne, e un’altra sfilza di gente che tengo appuntata qua.

Ah per me sì, quel Dio poi è Cristo. Perché come le ha sapute dire Lui le cose, azzeccandole una a una, rimanendo coerente fino all’ultimo istante, nessuno mai.

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