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Zoraya: “La mia morte è prevista per Maggio”

Cara Zoraya. Zoraya con gli occhi celesti come un cielo di primavera.

Dannazione.

Come vorrei pigliarti per le spalle, guardarti negli occhi cielo di primavera, e dirti che ho bisogno di quegli occhi, ne ho un bisogno tremendo. Perché mi ricordano il cielo, e il mare, e la vita che c’è dentro cose più grandi di noi, e anche dentro di te.

Cara Zoraya, Zoraya del mio cuore che se non ci fossi bisognerebbe inventarti.

Cazzarola, ti capisco. Soffri troppo.

La malattia mentale è devastante, i disturbi borderline sono una sofferenza vera.

La depressione può paralizzarti l’anima, occuparla senza lasciare più mezzo centimetro di luce, per giorni o settimane.

Ti hanno diagnosticato malattie pesanti da portare sulle spalle, è una croce che fa male, che limita e restringe il campo delle aspettative.

Però Zoraya, diamine, tu hai un sorriso che ti fa bella. E hai occhi azzurri come il cielo.

E non puoi privarcene così, abbandonando il campo e la lotta, optando per l’uscita d’emergenza, semmai l’eutanasia fosse una vera uscita.

Sì è dura, sì è lacrime e sangue, sì la vita è un casino inaudito, feroce, a tratti insopportabile, e se avessi mai bisogno di altri motivi per farla finita potrei dartene cento, perché tutti abbiamo sofferenze nascoste, inspiegabili, che mettono al tappeto o restringono gli orizzonti.

Però Zoraya.

Tu stessa, dici, hai smesso di lottare quando il tuo psichiatra ti ha detto “non possiamo fare più nulla per te, sei condannata a soffrire per sempre”.

E allora io ti dico no! Non sei condannata a soffrire per sempre!

Ma sei chiamata a vivere, sì, col pacchetto completo, fatto di tanta sofferenza, che avrà alti e bassi!

E avrai giorni bellissimi, tra giorni tristi.

La palla di vetro non ce l’ha nemmeno quel cavolo di psichiatra che non ti ama, per niente, e ti ha detto le parole peggiori che un medico possa dire alla sua paziente.

E nemmeno io ho la palla di vetro.

Ma una cosa la so.

La morte non è la soluzione. Il cielo dei tuoi occhi sì, quello è la soluzione, perché contiene la speranza che batte qualsiasi diagnosi bastarda.

Tu sei amata Zoraya, abbiamo bisogno di te.

Ti prego, resta.

P.s. le visualizzazioni di questo post saranno altamente penalizzate dalla parola proibita che ho usato. Pertanto siate sovversivi, leggetelo e se siete d’accordo condividetelo.

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