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Jessica Hanna e la narrazione del dolore che ci fa il mondo

Stasera niente storia di Fedez. Ho bisogno di qualcosa di più nutriente.

Di qualcuno che mi faccia vedere oltre le lacrime pure la vittoria, oltre la morte pure la luce dopo. Non mi basta sapere che nella vita si soffre, un’immagine maxipixellata in prima serata. Non mi basta sapere che l’umanità geme e non sa come cavarsi d’impaccio, perché non sa in chi credere.

Voglio raccontare qualcuno come Jessica Hanna.

Una mamma di Detroit che nel 2020 scopre di avere un cancro al seno, e però lo scopre alla quattordicesima settimana di gravidanza.

Ha già tre figli, Jessica. Un marito che la ama tanto, un’istruzione solida, è una farmacista.

Non le sfugge nulla, sa cosa deve fare.

Abortire e curarsi col massimo delle probabilità di guarigione possibili per lei è fuori discussione.

Jessica Hanna non è solo una mamma malata. È pure una figlia.

Ha una fede in Dio che non mette in discussione mezzo secondo. Si asciuga le lacrime, si riprende dallo sconforto, e dice ok. Mi curo, ma il bambino nel grembo non si tocca, non deve subire conseguenze.

Thomas nasce, bello come il sole, il cancro dopo il parto sembra incredibilmente ridotto.

Ma nel 2022 torna aggressivo, diffuso.

Jessica dal momento della diagnosi racconta la sua storia sui social.

Gli esami clinici, la vita in famiglia, i cibi sani, ma anche la preghiera, la Messa, l’Eucaristia al centro.

Jessica è una donna come me, una madre normale. Che si ritrova a scegliere cosa fare della sua croce.

Lei la offre senza sapere il futuro, la offre per il bene, pure mio e tuo, senza dettare destinazioni.

Non ha solo una fede titanica.

Si fida.

Il suo “Hi!” in ogni video, anche con un filo di voce, anche pochi giorni prima di tornare al cielo, è sempre stato accompagnato da un sorriso luminoso.

La dolcezza di chi vive sì il giogo, lo strappo dagli affetti, il dolore della perdita.

Ma senza disperazione.

Non c’è paura angosciante, se c’è amore dopo la morte.

È questa la differenza tra Jessica Hanna, e la narrazione del dolore che ci fa il mondo.

La cura c’è.

Vola altissimo cara anima bella.

E salutaci forte Chiara, e Gianna, quando si sta tra mamme belle come voi è sempre festa.

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