gli altri siamo noi

Perché piangi?

Perché piangi?

E chi la fa più questa domanda?

Chi ha il coraggio di guardarci più, dentro le lacrime?

Perché sì, signori miei, noi esseri umani piangiamo.

Ma non lo diciamo.

Non è il caso, al mondo le lacrime fanno piacere solo per girarci sopra un reality, un docufilm, per tirare su due spiccioli a favore di telecamera.

Altrimenti, delle lacrime, al mondo frega nulla. Anzi, creano un certo imbarazzo.

Oddio, ma che fa, piange?

E adesso che si fa?

Boh.

Si sta in silenzio, si dà un abbraccio, si offrono due biscotti? E se non funzionasse e quello/quella continua a piangere?

Oddio che imbarazzo. Reciproco.

E allora le lacrime noi ce le concediamo in disparte, e i selfie sono sempre sorridenti con scenari favoleggianti, e le miserie ce le teniamo nascoste nel dietro le quinte. Meglio farsi gli splendidi.

E invece qualcuno che fa ancora sta domanda esiste.

I bambini ad esempio.

Che se ti vedono piangere chiedono perché, se hai fatto una bua, se sei triste. Loro non si vergognano a piangere, sanno cosa vuol dire e come ci si sente, e sanno anche come consolare. Ti abbracciano, ti baciano, conservano ancora intatta la capacità di amare, semplicemente.

E poi c’è Lui. Che davanti alla sua amica afflitta, fuori dal sepolcro, chiede donna, perché piangi?

A Maria di Magdala, nel dolore, è andata di lusso.

Ha trovato Qualcuno a cui fregava davvero, per la miseria, delle sue lacrime.

Lui non aveva paura di sapere la risposta, o di consolarla.

Sapeva addirittura come fare per vederla sorridere.

Chiamandola per nome, la fa voltare.

E le lacrime diventano lacrime di gioia.

Chi ci ama sa già perché piangiamo.

Sa chiamarci per nome.

E sa fin dall’inizio come consolarci.

Questo è l’Amore.

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