Il Principe del Mondo e la Pace pura
La pace.
Il desiderio degli operatori di pace, di quelli che non si adattano al compromesso, dei perseguitati. Dei miti e umili di cuore.
Che cosa incredibilmente pura, la pace.
Roba per eroi senza macchia.
La pace è anche un dono, prezioso. Che qualcuno ci ha promesso.
Non come ce la dà il mondo, però, ha assicurato.
E mi sa che teneva ragione, Lui.
Sapeva con chi aveva a che fare, chi è il nemico della pace. Lui, al principe del mondo lo conosceva bene.
Il principe del mondo, il divisore, quello di sotto. Capace a inzuppare la coda dovunque ci siano rabbia, lotta fratricida, odio del cuore.
Capace di mettere zizzania pure dove l’obiettivo è nobile, e il desiderio è onesto e sincero.
Il fatto è che finché non scardiniamo l’idea del tu di qua e io di là.
Finché non la smettiamo di colorarci le bandiere e darci definizioni tra buoni e cattivi.
Finché non capiamo che il bene è Uno e il male è tutto il suo contrario.
Finché non ci convinciamo che quello fatto in nome della giustizia umana presto o tardi diventa un guazzabuglio di imperfezioni.
Finché pensiamo di risolvere le cose da noi, perché noi noi noi. E non ci rendiamo conto che senza Dio siamo dei poveri sfigati in ballo tra emozioni nobilissime e istinti becerissimi.
Finché non mettiamo la Croce al centro dei nostri desideri.
Continueremo ad avere desideri nobilissimi, e obiettivi giustissimi.
Che perseguiremo utilizzando mezzi umanissimi, e quindi per definizione fallaci.
Piccoli.
Perché noi, accettiamolo, non siamo Dio.
Solo mettendo al centro l’operatore della Pace per eccellenza, capiremo come fare davvero la pace.
Cominciando col chiederla.
Difendendo la vita di tutti, fino in fondo.
Senza minacce.
Senza urla.
Senza altra guerra.


