Uncategorized

Gesù non ha fatto nulla per salvarlo: in quanti lo abbiamo detto?

La corsa che fa Marta verso Gesù non ha il sapore della preghiera ma dello sfogo. E in fondo è anche comprensibile. Il fratello Lazzaro è morto, e Gesù non ha fatto nulla per salvarlo, anzi sapendo che stava male ha anche temporeggiato prima di mettersi in cammino verso il loro villaggio. Ecco perché dietro le parole di Marta ci sono le parole di molti di noi che si sentono nella medesima situazione.

C’è qualcosa di più scandaloso del dire che non sarebbe morto, ed è quel “se tu fossi stato qui”. Quando si soffre delle volte ci si sente così soli che si ha anche la sensazione che il Cielo ci abbia lasciati soli. Molti si sentono sostenuti dalla grazia, ma molti altri nei momenti di dolore si sentono schiacciati da un senso profondo di solitudine e abbandono.

Non basta la memoria del catechismo a salvarci.

Gesù aiuta Marta a fare un passo più avanti nel grande mistero del dolore. Gesù l’aiuta a vedere e capire una cosa che ancora nessun catechismo gli ha spiegato.

La fede non è un argomento consolatorio in mezzo alle tragedie della vita.
Gesù non è un argomento ma una persona. Se crediamo nella sua persona allora tutto quello che ci serve non è nelle parole convincenti ma in una presenza vera e viva che è più grande delle nostre sensazioni. Infatti Gesù c’è nella nostra vita anche quando non lo sentiamo. La Sua presenza non è creata dalle nostre sensazioni, ma è un fatto a cui la nostra fede fa continuamente riferimento.

Gli rispose Marta:
Da quel sì, Lazzaro verrà fuori dal suo sepolcro, e con lui le sorelle chiuse nel loro dolore.

Don Luigi Maria Epicoco

Un pensiero su “Gesù non ha fatto nulla per salvarlo: in quanti lo abbiamo detto?

  • Roberto Tauma Maccarini

    Questo passo e8davvero difficile perché di esso abbiamo una comprensione sbagliata. Bisogna tuttavia precisare il significato di resurrezione. Nei Vangeli più volte Gesù assicura che chi crede in lui resuscitera’ o morti… In 2000 anni di cristianesimo non c’è stato un morto resuscitato. Allora Gesù intende per resurrezione qualcosa di diverso dalla rianimazione di un cadavere.,cosa che di comprende nell’episodio di Lazzaro. Se interpretiamo i Vangeli alla lettera, quelle che ha compito Gesù non possono essere chiamate resurrezioni ma rianimazioni. PER RESURREZIONE SI INTENDE INVECE IL PASSAGGIO DEFINITIVO DA UNA CONDIZIONE DI VITA MORTALE A UNA IMMORTALE. Gesù insegna a Marta qualcosa che si discosta dalla tradizione… Che crede che sia un guaritore e lo richiama in modo forte… “se tu fossi venuto subito, mio fratello non sarebbe morto”. Non ha compreso che Gesù trasmette una vita capace di superare la morte. Lo vede ancora come un inviato di Dio, un profeta, ma che in lui non ci dia la condizione divina. Allora Gesù risponde “tuo fratello risuscitera’….e qui si becca la seconda rispostaccia di Marta…” so che resuscitera’ nell’ultimo giorno(gli risponde male, giustamente, perché crede che Gesù gli abbia risposto secondo gli insegnamenti tradizionali) Gesù le disse ‘io sono”… Io sono non è una affermazione di identità, ma nella tradizione ebraica era il nome di Dio. GESÙ DICE CHE LAZZARO, CHE HA CREDUTO IN LUI, ANCHE SE ADESSO LO VEDONO MORTO E LO PIANGONO COME UN CADAVERE CONTINUA A VIVERE…. se questa persona mi ha dato adesione, se questa persona ha fatto della sua vita un dono di bontà, generosità ed amore per gli altri, anche se voi adesso vedete la parte biologica morta, lui continua la sua esistenza. É questa la novità GESÙ NON RESUSCITA I MORTI, MA COMUNICA AI VIVI UNA VITA CAPACE DI SUPERARE LA SOGLIA DELLA MORTE. Ma Marta non può vedere tutto questo. Se crede vede. La resurrezione di Lazzaro é condizionata alla fede di Marta. Se Marta crede… Vede. Il verbo vedere non significa vista fisica ma significa una profonda esperienza interiore. Ci vuole una profonda fede ed autocoscienza. La resurrezione di Lazzaro può essere vista solo da quanti hanno creduto… Quanti hanno fede hanno visto Lazzaro risorgere, quanti non hanno fede non vedranno niente. Ed ecco “Lazzaro vieni fuori”… Il morto uscì con i piedi e le mani avvolte da bende e il volto coperto dal sudario. “sciogluetelo”… Per prima cosa togliete la pietra e permettete la comunicazione tra il mondo dei morti e quelli dei vivi… Poi scioglietelo, perché siete voi che lo avete legato alla falsa concezione della morte come la fine di tutto…. Ecco l’ultimo invito. Inaspettatamente Gesù dice “e lasciatelo andare” Questo è assurdo. Ma dove deve andare Lazzaro. Festeggiamo, rallegriamoci. Gesù non restituisce Lazzaro ai suoi, lo lascia libero di andare, non è che Lazzaro debba ancora andare dal Padre, c’è già. I morti sono già nella pienezza dell’amore di Dio. Siamo noi che dobbiamo cambiare mentalità, smetterla con questo culto dei morti ed entrare in comunione con i vivi. Fintanto che piangiamo i nostri morti, siamo noi che siamo legati… Il morto non è legato. Lazzaro non era legato. Sciogliendo Lazzaro la comunità scioglie se stessa dalla falsa idea della morte e finalmente l’invito di Gesù… “lasciatelo andare”. Potete sicuramente restare con l’idea che veramente Gesù abbia ruanimati il cadavere di Lazzaro… Va bene. Ok. La rispetto. Ma a me che Gesù abbia resuscitato Lazzaro non mi dice un gran che’. Se era questo che poteva fare ne ha resuscitati pochini. 3 in tutta la vita. Non dico alla casa della figlia di Giairo, non dico al funerale del figlio della vedova di Nain, qui c’era il cimitero, ma almeno quelli della fila già che c’era lì poteva farli alzare tutti quanti… Solo tre…. A MENO CHE QUESTE RESURREZIONI SIGNIFICHINO NON LA RIANIMAZIONE DI UN CADAVERE, CHE POI DOPO UN POCO DI TEMPI DOVEVA TORNARE DI NUOVO A MORIRE, MA IL CAMBIAMENTO DI MENTALITÀ RIGUARDO LA MORTE.

    Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *