editoriali

Avere qualcuno accanto mentre la vita diventa tempesta

“Affrontare la tristezza significa toglierla dal territorio del non detto e del non espresso. Vuol dire cercare conforto in chi è in grado di sintonizzarsi con il nostro stato emotivo e permettere ad altri di starci a fianco quando noi per primi non siamo in grado di stare accanto a noi stessi. Significa trasformare in parola quel dolore che pesa dentro di noi come un macigno e che rischia di trascinarci dentro a voragini ed abissi che non avremmo mai immaginato di intravvedere nel corso della nostra esistenza. Affrontare la tristezza significa anche sapersi mettere accanto persone che sanno tenerci per mano in tratti faticosi e impervi della vita. Ed è quasi paradossale constatare che invece quello che spesso facciamo, quando siamo tristi, è l’esatto contrario. Ci chiudiamo in noi stessi, pensiamo che nessuno possa comprenderci appieno, ci isoliamo e ritiriamo rischiando di entrare in una zona di non ritorno”. (Tratto da “Accendere il buio, Dominare il vulcano. Come trasformare le emozioni negative in preziose alleate” Mondadori ed.)

Se non so cosa fare della mia tristezza e in che cosa trasformarla, ne resto in balia. Così, più ne sono travolto, più in lei mi sento perso. Il problema con l’emozione della tristezza è che ti spinge a viverla in solitudine. Ti toglie la forza e la voglia di chiedere aiuto, di affidarti all’altro che ti sta accanto. “Nessuno mi può capire”: più la persona triste pensa queste parole, più si troverà dispersa nel territorio dell’incomprensione e dell’isolamento. Quando siamo tristi, spesso la vera trappola non è l’emozione in sé, ma la solitudine che ci imponiamo. La tristezza non ha bisogno di qualcuno che sta lì per te. La tristezza ha bisogno di qualcuno che sta lì con te. A volte la vita ci travolge. Avere qualcuno che in quel tempo di terremoto, sa starci accanto è tutto. In queste settimane questo per me è stato particolarmente vero. Grazie a tutti.

Alberto Pellai

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