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Dis…valori della cronaca sportiva

di Stefano Tovaglieri – Tra i tanti quotidiani sportivi che abbiamo in Italia ce n’è uno che si distingue da tutti gli altri perché lo troviamo in edicola vestito di rosa; come la maglia del giro d’Italia che ha fatto, e fa tutt’ora sognare milioni di italiani appassionati di ciclismo, di sport.

Un quotidiano che ha raccontato la storia dello sport italiano per decenni e che ha contribuito significativamente alla divulgazione dei valori dello sport in Italia, tra gli italiani di ogni fascia di età! Anche a far crescere il senso di appartenenza di un popolo alla propria nazione attraverso lo sport. Ha contribuito ad appassionare milioni di giovani raccontando le imprese di atleti che hanno “sacrificato” la propria vita al proprio sogno, a sostenere la socializzazione, da nord a sud, di un popolo sempre alla ricerca di valori unificanti.

Siamo al termine di un’altra estate di sport italiano incredibile. Un’estate fatta di medaglie, di trionfi, di successi, prima che dei singoli atleti, di squadre, di gruppi, di federazioni. Successi che hanno evidenziato in tutta la loro bellezza valori come il sacrificio, il gioco di squadra (non solo in campo), la solidarietà del gruppo come mezzo per raggiungere l’obiettivo: vincere. Il successo non del singolo ma del team, della squadra dentro il quale tutto è possibile. Sono tanti i momenti in cui durante l’estate gli sportivi italiani hanno potuto apprezzare questi valori raccontati proprio dai protagonisti: gli atleti, gli allenatori, i dirigenti, il pubblico ….

Dal nuoto, passando attraverso l’atletica leggera, la pallacanestro, per arrivare alla pallavolo maschile e poi ancora. Un elenco che non finisce mai di stupire.

Eppure, ancora una volta lo scorso lunedì 12 settembre, a fronte della vittoria della nazionale Italiana di pallavolo in Polonia contro la squadra di casa, la Gazzetta dello sport  si è presentata in edicola con una prima pagina che di sportivo ha ben poco. Dico solo così perché in realtà mi verrebbe di fare uno sproloquio. Già proprio così! Una prima pagina in cui, al centro e ben in evidenza, insomma la notizia più importante, c’era “La RISSA del VAR”. In alto in uno spazio ben ridotto c’era la notizia dell’Italia della Pallavolo Campione del Mondo dopo 24 anni.

Che dire? Un nefasto esempio di come il disvalore dello sport superi per importanza e visibilità il valore dello sporto stesso! Proprio la Gazzetta dello sport da cui mi aspetto l’esatto contrario! E non è la prima volta. Insomma sono davvero attonito. E quel che è peggio è che molti, ma davvero molti che mi seguono sui social hanno colto questo scempio, seguono e condividono i miei post lamentandosi di questa infamia per lo sport italiano. Ma allora? Perché queste scelte editoriali scellerate? E il Direttore della Gazzetta rosa Stefano Barigelli cosa ci dice?

Scrivevo pocanzi: non è la prima volta. Già perché in occasione della maturità del 2017 sempre la Gazzetta dello sport pubblicava in PRIMA PAGINA, e ben posizionato, un articolo in cui ci raccontava, enfatizzandone il valore della scelta, che il Gigio Nazionale (Donnarumma) dribblava la maturità e volava con Jet privato a Ibiza. Non ci volevo credere! In quei giorni guardavo i miei studenti intenti a preparare l’esame di maturità e, provocatoriamente mi dicevo: “… ma pensa un po’ sti poveretti che si  stanno pure dannando per studiare mentre i “fighi danarosi” volano a Ibiza con pieno sostegno della Gazzetta”.

Bha! Io credo che un quotidiano debba sempre farsi carico di valori positivi e formativi per tutti. A cominciare dai giovani e giovanissimi. Soprattutto la Gazzetta. Ma in questi due casi che contributo avrà mai dato ai giovani? Che ciò che conta è il denaro? Che ci son o ben altre cose più importanti rispetto alla solidarietà, al sacrificio, al rispetto, alla squadra e ai valori a loro intrinseci? Eppure proprio ieri nel giorno del successo della pallavolo italiana, il capitano Simone Giannelli, un grande uomo e atleta, un grande esempio per tutti, pur riconosciuto come miglior palleggiatore al mondo, è stato capace di mettere ancora una volta il “noi” davanti a se stesso. Il valore della squadra, del gruppo, dei compagni, saper condividere con gli altri le fatiche, le sofferenze ma anche la gioia per una bella giocata, per la vittoria, valgono ancora oggi nel panorama dei media italiani? Che peso hanno per un paese che non sa più dove voltarsi, un paese dove le spaccature sociali diventano un valore per chi ci governa?

“Divide et impera”. Lo dicevano gli antichi latini. E’ questo quello che vogliamo? Non so. Mi pare che si stia forzando il calcio contro il resto dello sport italiano. Una sottocultura tutta italiana. A volte quando guardo una partita di calcio mi diverto ancora. E’ certamente uno degli sport più belli al mondo. Ma poi osservo quanto accade tutt’intorno, come viene raccontato, e allora mi vengono i brividi nella schiena. E’ come se il calcio rappresentasse molto bene quel “circense” utile a tener buoni, assieme al “panem”, i cittadini italiani nel momento in cui chi manovra in alto deve trovare lo spazio per fare ciò che vuole. E forse ci sta riuscendo proprio bene anche con la complicità della Gazzetta dello sport.

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