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L’espressione di una bellezza del tutto anonima. Ikigai

Con il gruppo di DeepMindfulness abbiamo riflettuto sulle possibili applicazioni del concetto di ikigai nella nostra vita occidentale
Amo la cultura giapponese e resto sempre incantata dalla perfezione di questa filosofia di vita, così breve, asciutta che atterra sincera.

Uno dei pilastri dell’Ikigai è il dimenticarsi di sé attraverso la negazione di sé: imparare a sganciarsi dalla morsa dell’ego.
Sganciarsi dall’ego non vuol dire non porsi obiettivi e non essere felici nel raggiungerli, anzi, vuol dire
realizzare sé stessi dimenticandosi di sé.

“Dalla creazione inconsapevole di sé possono nascere i capolavori più grandi” dicono i giapponesi.
Un tempo i creatori di porcellane artistiche non producevano per reclamare diritti d’autore sulle proprie opere, semplicemente lavoravano sperando solo che la gente trovasse i loro oggetti utili nella vita quotidiana.
Le porcellane antiche hanno una purezza e una sincerità oggi irripetibile, dicono gli intenditori, perché
“𝑺𝒐𝒏𝒐 𝒆𝒔𝒑𝒓𝒆𝒔𝒔𝒊𝒐𝒏𝒊 𝒅𝒊 𝒖𝒏𝒂 𝒃𝒆𝒍𝒍𝒆𝒛𝒛𝒂 𝒅𝒆𝒍 𝒕𝒖𝒕𝒕𝒐 𝒂𝒏𝒐𝒏𝒊𝒎𝒂”,
bellezza mancante nelle opere contemporanee, troppo immerse nell’individualita’.

Ed è curioso pensare quale significato alto abbia qui la parola “anonima” e cosa invece rappresenti nella cultura occidentale: qualcosa di insapore, di quasi inutilità.

La filosofia orientale sta sempre di più entrando nei nostri giorni come modello di vita sostenibile, portando con sé un equilibrio fra semplificazione e adattabilità.
E chiede, perché non sia un semplice esercizio di stile, di destreggiarci senza esitazione in un gioco di apparenti dicotomie, come il ritrovare la propria unicità sposando la propria bellezza anonima.

E qui la riflessione scomoda della settimana: cosa sei dispostə a rinunciare di Te per realizzare Te stessə?

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